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Il nuovo pacchetto americano e un’altra buona performance dei mercati

Il governo americano ha messo sul piatto un pacchetto da 2 mila miliardi di dollari per contrastare gli impatti negativi che il covid-19 avrà sulla propria economia. Si tratta di una misura storica, come le molte di questi giorni, a cui il Senato degli Stati Uniti è giunto dopo due bocciature.

Come largamente preannunciato nel corso dei giorni scorsi, il piano prevede un assegno di 1.200 dollari per adulto (si era partiti da 1.000) e 500 per bambino e circa 850 miliardi tra prestiti agevolati e aiuti alle aziende dei settori più colpiti dalla crisi, stati e città.

Il pacchetto, inoltre, comprende anche gli aumenti di spesa per i contributi di disoccupazione, per gli ospedali e gli operatori sanitari. Infine, tra le altre cose, richiede alle aziende che beneficeranno di questi aiuti di congelare la retribuzione per la maggior parte dei lavoratori che hanno guadagnato più di $ 425.000 nel 2019 e di tagliarla per coloro che guadagnano più di $ 3 milioni.

Nell’attesa di leggerne i dettagli, dopo via libera definitivo, il piano ieri ha già avuto il merito di aver consentito ai mercati di conseguire una seconda performance positiva dopo quella di martedì.

Tuttavia parrebbe che la corsa a mettere sul piatto ingenti risorse non sia ancora terminata.

In Europa, ad esempio, parrebbe esser diventata sempre più concreta la possibilità di ricorrere al Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) o, altrimenti detto, Fondo salva Stati. I pareri, da Paese a Paese, in merito sono diversi. In Olanda si ritiene che ad oggi sia prematuro discuterne. Occorre aspettare e capire come si evolverà la situazione e i contorni che la crisi assumerà. Parrebbe, invece, essere diversa la questione in Germania che, secondo il quotidiano Der Spiegel, sarebbe aperta alla possibilità di utilizzarlo.

Secondo Bloomberg, la BCE sarebbe pronta a fare ricorso agli Omt (Outright monetary transactions), introdotti dall’ex presidente Draghi nel 2012, e utilizzabili per acquistare titoli a breve supportando così i Paesi europei che potranno soffrire di più gli effetti della crisi che verrà.

La Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha esortato gli Stati Membri dell’Unione Europea ‘a proteggersi’ contro il rischio di investimenti stranieri in settori strategici, adesso resi vulnerabili dalla crisi, e di farlo con tutti gli strumenti a disposizione o, se necessario, crearli appositamente.

Giusto per fornire qualche informazione che potrebbe indirettamente rispondere ai molti che si domandano quando si tornerà alle proprie attività, ieri il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung ha riportato che Volkswagen potrebbe riavviare la produzione in Germania in estate pur consapevoli che il virus non sparirà presto. È quello che ormai si sente dire un po’ dappertutto: prima del vaccino riusciremo a ridurre i contagi ma non i pericoli. Non potendo aspettare oltre l’estate, perché altrimenti entreremmo in un tunnel difficile da gestire soprattutto secondo me sul piano della tenuta sociale, si dovranno riprendere le attività ed evidentemente già oggi occorrerebbe capire come farlo. Magari potrebbe aiutarci in questo il modello coreano che, salvo evoluzioni dannose, sta tenendo bene senza aver bloccato le attività.

Prima di chiudere, tre notizie flash:

  • scendono ancora negli Stati Uniti le domande di mutuo questa settimana (-29,4% dall’8,4% della settimana precedente);
  • FMI e Banca mondiale chiedono congelamento debiti Paesi poveri;
  • il parlamento britannico chiude per almeno quattro settimane.

A domani e buon caffè!

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Scritto da Vincenzo Lettieri

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