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Il Buy American di Biden e le stime di Goldman

La notizia del giorno, per alcuni versi abbastanza banale e scontata, sta tutta in un’analisi condotta da Goldman Sachs secondo cui, un disegno adeguato e positivo del Recovery plan consentirebbe al nostro Paese di portare il rapporto debito pubblico/PIL al 138% entro il 2030. Alla fine dell’anno in corso, a causa della pandemia e dei conseguenti rimedi del Governo, il rapporto, stando sempre a quanto dice Goldman Sachs, dovrebbe arrivare al 157% con tutto ciò che ne consegue in termini di stabilità e prospettive future in un contesto altamente incerto.

Al momento l’Italia non ha ancora sottoposto il suo Piano alla Commissione Europea trovando il tempo però per una fase di instabilità politica aperta da Renzi (lungi da noi parlarne bene o male) proprio per dire quello che Goldman ha detto e che è, appunto, banale e scontato: se si programmano bene gli impieghi delle risorse che la UE potrebbe darci (non è scontata la questione) indirizzandole a settori e temi adeguati per garantire all’Italia una crescita nel medio e lungo periodo, allora molti dei nostri problemi potrebbero allentarsi e si genererebbe ampio spazio per ridurre significativamente il debito, il nostro problema numero uno.

È banale, è scontato, è visibile a occhio nudo, eppure oggi in Italia la questione non è così centrale. È diventata oggetto di strumentalizzazioni e di lotta politica al più basso livello possibile e immaginabile. Speriamo che nei prossimi giorni i termini potranno cambiare.

Negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden e’ al lavoro con i senatori repubblicani e democratici sul piano di aiuti da 1.900 miliardi di dollari. Biden sta cercando di lavorare al “centro” per trovare un’ampia maggioranza a sostegno degli stimoli economici.

Inoltre, il nuovo presidente ha deciso, come era prevedibile dati i temi della campagna elettorale, di allinearsi alla politica di Trump di rafforzare la produzione manifatturiera nazionale firmando un decreto presidenziale che prevede di rendere piu’ severe le regole che permettono alle agenzie federali di acquistare prodotti dall’estero. La decisione dell’amministrazione Biden potrebbe creare delle tensioni con gli alleati: secondo il Canada e alcuni Paesi europei, si tratta di misure protezionistiche. L’executive order di Biden prevede anche di modificare la definizione di prodotto ‘made in Usa’, per diminuire il ricorso ai prodotti importati, e di favorire l’acquisto di prodotti locali. Lo staff di Biden ha detto che si tratta di uno sforzo per ricostruire la colonna vertebrale dell’America: “vogliamo usare i soldi dei contribuenti per ricostruire l’America acquistando americano. Sosteniamo i posti di lavoro americani”.

Sembra quindi stonato l’appello di Xi Jinping, il presidente cinese, fatto ieri durante il World Economic Forum: a livello globale “bisogna abbandonare il pregiudizio ideologico” e “camminare in modo unito sul sentiero della coesistenza pacifica, del reciproco beneficio e della cooperazione, che e’ una vittoria per tutti”. La globalizzazione non deve essere fermata, perche’ “costruire piccoli circoli o iniziare una nuova guerra fredda, respingere, minacciare o fare intimidazioni, favorire le turbolenze o imporre sanzioni, e quindi provocare isolamento e alienazione, alimentera’ le divisioni nel mondo e alimentera’ persino gli scontri”.

Flash:

  • Per la prima volta dal 1983, non ci sara’ uno spot della birra Budweiser durante il Super Bowl. Anheuser-Busch, azienda statunitense di bevande alcoliche e analcoliche che fa parte del gruppo Anheuser-Busch InBev, ha comunicato che, invece di spendere i soldi per la pubblicita’ della sua birra, investira’ un milione di dollari in campagne di sensibilizzazione sul Covid-19 e sui vaccini. 
  • Germania: Indice Ifo in calo a 90,1 a gennaio
  • La produzione di auto in Spagna e’ scesa del 19,6% nel 2020 rispetto al 2019. 
  • Il Messico ricevera’ 24 milioni di dosi del vaccino russo anti-Covid Sputnik V. 

Buona giornata e buon caffè!

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Scritto da Vincenzo Lettieri

Tazzulella con Marco Bentivogli

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