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L’irrazionalità è ciò che fa male in storie come questa

Non c’è nessuna ragione vera che spieghi il crollo così marcato delle borse di settimana scorsa se non ricorrendo all’irrazionalità e alla paura

Si era partiti con la morte, per mano americana, del generale iraniano Qasem Soleimani. Poi è stata la volta del negoziato sui dazi fra Stati Uniti e Cina a tenere banco e intanto quello che sarebbe diventato, da lì a poco, il vero protagonista di questo inizio 2020 stava cominciando a prendere forma e a manifestarsi prepotentemente in Cina.

Sono ormai una decina di giorni che è arrivato in Europa, in Italia. Magari le istituzioni erano pronte, ma la popolazione non lo era affatto. Nessuno di noi lo era e l’impatto è stato traumatico, soprattutto per chi vive nelle regioni maggiormente interessate al momento.

Vi scrivo da Milano, come sempre. Vivo in questa magnifica città, a cui ho imparato a voler bene, da oltre otto anni quando mi sono trasferito da Arienzo (Caserta) per studiare. Non vi posso certamente dire che questa appena trascorsa sia stata una settimana poco movimentata e priva di timori. È cominciato tutto lo scorso weekend. Venerdì la notizia del primo caso accertato ci ha messo in allarme, ma non troppo. Sabato è stato un crescendo culminato nella giornata di domenica quando sembrava che la cosa stesse assumendo contorni sempre più da horror. 

Il lavoro ha ripreso: prima in ufficio e poi da casa per poi tornare in ufficio con la voglia di mostrare agli altri, ma soprattutto a me stesso, una certa condizione di normalità. Assicurare i familiari e gli amici che tutto fosse tranquillo, che tutto fosse sotto controllo. Nella realtà dei fatti è stato ed è proprio così. Il primo week end è stato orribile sul piano della comunicazione. Rincorrere la notizia spesso non è il modo migliore per informare i cittadini, soprattutto in condizioni come queste. Uscendo di casa ti rendi conto quanto sia reale quello che vedi al tg solo per un po’. C’è poca gente in giro, vero, però non c’è forte sensazione di panico e insicurezza, al contrario. Ed è proprio questa sensazione “positiva” la chiave di volta per uscire da questo momento.

Questi giorni ce li porteremo con noi a lungo perché ci hanno insegnato, ancora una volta, quanto l’irrazionalità sia pericolosa. Ci sono state pesanti ricadute sui mercati: l’Eurostoxx 50 nell’ultima settimana ha perso l’11,5% (da inizio anno il 12,23%), il FTSE MIB di Milano l’8% (7,8% da inizio anno), l’S&P 500 il 9,3% (stessa % anche da inizio anno), il Giappone il 7,9% (-8,9% da inizio anno), Shanghai quasi il 5% (da inizio anno il 6,7%). Sul mercato italiano ci sono stati e ci sono scambi notevoli sui derivati azionari e c’è già chi specula.

La politica, vuoi per stanchezza o per fragilità ha commesso qualche errore di comunicazione. Questo ovviamente sta generando problemi soprattutto alle imprese e non solo ai cittadini. Voli bloccati verso l’Italia, clienti dall’estero che cancellano viaggi e ordini nel nostro Paese per paura di chissà cosa. Si richiede al Ministro Di Maio di andare in giro e di raccontare come stanno effettivamente le cose: cioè diversamente da come le sentiamo. È sacrosanto. Ognuno di noi, poi, nel proprio piccolo deve fare quello che può perché l’impatto sull’economia può essere davvero consistentemente negativo. 

Occorre però fare anche i conti con la realtà. Ormai “i buoi sono scappati dalla stalla”. L’Italia in dieci giorni ha fatto il giro del mondo ed è stata percepita come pericolosa. Se la paura è irrazionale non possiamo far molto con il semplice racconto. Ma non possiamo nemmeno stare con le mani in mano e assistere al “crollo”. Dunque, lasciando ai medici e agli infermieri il loro lavoro (preziosissimo), chiediamo alle Istituzioni di mantenere lucidità e pragmatismo e a ciascuno di noi rivolgiamo l’invito ad essere prudenti e diffusori di positività che ha sempre risvolti positivi per se stessi, gli altri e l’economia. 

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Scritto da Vincenzo Lettieri

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