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IL “CASO DON MAURIZIO”, LA COMUNITÀ LGBT E LA LIBERTÀ D’ESPRESSIONE: ORA METTEREMO IL BAVAGLIO AL VANGELO ?

Il commento di Alessandro Iovino, direttore di Real Inside Magazine

Ma come si fa ?
Ancora un volta assistiamo al trionfo del politicamente corretto.
Don Maurizio Patriciello e’ stato attaccato con veemenza dall’arcigay di Napoli che ha definito alcune sue parole come un vero atto di “ingerenza”. Accusano Don Maurizio di “vomitare odio” – hanno detto proprio così – sulla comunità LGBT.
Come possiamo tollerare tutto questo?
Don Maurizio e’ “colpevole” di aver rivolto un invito sui social alle donne, spingendole a rivendicare il diritto di potersi definire “mamme”, e non come ha riproposto il ministro Lamorgese “genitore 1”.
Al di là del merito della questione, che non voglio qui affrontare, qui si pone in discussione un principio, quella della libertà d’espressione, principio sacrosanto, tutelato dalla nostra Costituzione.
Eppure le parole dell’arcigay di Napoli sono violente, gratuite e gravi.
Finirà che di questo passo che non potremo professare le più semplici, evidenti e banali considerazioni su questo tema.
Che faremo dunque, metteremo anche il bavaglio al Vangelo ?
Ma poi: come si fa ad etichettare in modo così ingeneroso un uomo di chiesa come Don Maurizio che ha condotto e conduce ogni giorno una battaglia di civiltà, nell’interesse della società tutta, nella Terra dei Fuochi ?

L’arcigay invoca una marcia o manifestazione a Caivano contro Don Maurizio (altro che colori arcobaleno).

Ma non sarebbe più utile un confronto pubblico per comprendere le ragioni dell’altro ?

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