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LETTERA APERTA A DON MAURIZIO PATRICIELLO – di A. Iovino

La lettera del direttore di Real Inside Magazine a Don Maurizio Patriciello

Caro Don Maurizio,

mi dispiace.
L’assegnazione della scorta che ti è stata attribuita in seguito alla minacce che hai ricevuto, e’ stata da tutti percepita come una sconfitta per la nostra società. Giustamente ti senti rattristato perché per arrivare a tanto vuol dire che tutto questo fosse necessario. Il Riformista ha titolato: “Don Patriciello sotto scorta. Così la camorra batte lo Stato”.

Ma non disperiamo caro Don Maurizio. Cerchiamo di guardare tutto questo da un’altra prospettiva.

Prima di tutto una riflessione: lo Stato c’è. Non è arrivato tardi in questa occasione. Quante volte abbiamo dovuto denunciare il ritardo nel difendere e proteggere delle persone in prima linea nella lotta alla criminalità. Proprio in questo caso è intervenuto in tempo per proteggere un suo cittadino, simbolo della lotta alla criminalità e della Terra dei Fuochi. Dobbiamo proteggerti Don Maurizio, perché in questa faccenda tu ci hai messo la faccia (ed il cuore).
Ti sei speso per tutto questo senza mai risparmiarti e trovo sacrosanta la decisione delle nostre autorità di offrirti questa protezione.
Ma non la viviamo come una sconfitta, perché non è così. Anzi: penso che in questo caso il messaggio si chiaro per i malviventi: “Don Maurizio non è solo”. Ora, tu stesso hai denunciato quanto sia assente lo Stato in queste periferie. Quanto bambini e adolescenti sono stati soli ed ahimè continuano ad esserlo. Ma il fatto che sia ancora così, non vuol dire che anche tu debba essere lasciato solo. Ricorda che la tua voce spesso può essere la loro. Come un megafono, puoi ampliare e diffondere il grido di quelle persone. So che può sembrare poco, troppo poco, ma proteggere e rafforzare te, significa anche un po’ proteggere la tua gente. Non è tutto, ma è pur sempre qualcosa.
Quindi non viviamo questa notizia come una sconfitta. Perché tu, caro Don Maurizio, avevi messo in conto tutto. Questo è il “prezzo da pagare”, purché qualcosa cambi davvero in queste nostre martoriate terre.

Al di là di quesa considerazione, caro Don Maurizio, io ti dico: non mollare.

Persevera in questa battaglia, non indietreggiare, nemmeno di un millimetro. So che sei in frontiera, spesso lasciato solo, con pochi mezzi a disposizione. Ma non devi mollare, perché oggi tu sei un simbolo, o meglio, il “volto” di una comunità che non si arrende e che denuncia e combatte la criminalità.
Non rappresenti nessun partito, nessuna chiesa, nessuna ideologia ma semplicemente una comunità di persone. Ma in questa semplicità c’è potenza: perché la tua battaglia non divide, ma unisce persone, anche diverse tra loro.
Certo: hai la tua storia, le tue idee, le tue appartenenze, le tue credenze, che non sono poi per forza quelle di tutti quelli che ti “seguono”. Talvolta hanno anche provato a tirarti in ballo in delle polemiche pretestuose. Lasciamo perdere tutto questo.
Tu incarni dei valori che sono traversali e che caratterizzano lo spirito civico e sociale di una comunità di persone.
Quante volte provano a dividerci: destra e sinistra, centro e periferia, cattolici ed evangelici ….
La diversità e’ ricchezza, non c’è dubbio. Ecco perché ognuno sceglie il suo percorso di vita e di fede. Per un attimo guardiamo non al particolare ma al generale.
Ma ci rendiamo conto che alcuni valori fondanti – legalità, tutela dell’ambiente, lotta all’analfabetismo, lotta alle ecomafie – riguardano tutti noi, come cittadini ed essere pensanti ?
Essi non hanno nessuna appartenenza particolare, perché sono il manifesto generale e fondante di ogni comunità sociale e civile evoluta. Quindi, caro Don Maurizio, infine, interpreto questa assegnazione della scorta alla tua persona, non come un segno di debolezza, ma un messaggio di unità forte e chiaro nei confronti di chi ha voluto intimidirti.

Sento però di concludere con una nota personale. Si tratta di qualcosa che ci identifica e definisce, caro Don Maurizio, come figli di Dio e come cristiani, ed e’ per noi davvero prezioso. Quando siamo scoraggiati ed afflitti, non dobbiamo perdere la speranza in Gesù Cristo. Colui per il quale noi viviamo e ci adoperiamo.
Prendila come una parola di esortazione, perché sappiamo che queste Scritture hanno un valore eterno:

«Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato e in vista della quale hai fatto quella bella confessione di fede in presenza di molti testimoni … ti ordino di osservare questo comandamento da uomo senza macchia, irreprensibile, fino all’apparizione del nostro Signore Gesù Cristo, la quale sarà a suo tempo manifestata dal beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessuno uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen» (I Timoteo 6:12-16) 

PS: questo è il tempo della solidarietà. Con “Don Maurizio senza se e senza ma”.
Poi verrà il tempo, caro Don Maurizio, in cui ci confronteremo anche sulle diversità che caratterizzano il nostro percorso di fede ma che non ci hanno mai impedito di rispettarci e volerci bene. C’è un tempo per ogni cosa …

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Scritto da Alessandro Iovino

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