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Le imprese temono il 2021

La giornata di ieri è stata molto importante per Stellantis visto che è stata la prima di quotazione sia a Milano che a Parigi. Il CEO del gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa, Tavares, ha detto: “Oggi e’ un grande giorno, il giorno in cui e’ nata Stellantis. Il nostro primo impegno e’ la creazione di valore”. Rivolgendosi a tutti gli azionisti ha detto: “potete fidarvi del nostro management e della sua capacita’ di raggiungere gli obiettivi”.

Mentre il Presidente Conte è impegnato tra camera e senato per trovare qualcuno disposto a lasciare invariato lo status quo, il Presidente di Societe Generale, Lorenzo Bini Smaghi, ha detto che il Conte Bis ha mancato di affrontare alcuni temi, in particolare le riforme, come quella del welfare, per il quale un finanziamento “al momento non c’è”. “Mancano le riforme, che rappresentano una condizione essenziale per l’erogazione dei fondi”, ha affermato, aggiungendo “serve un governo con idee chiare e in grado di fare una proposta forte, come dice anche Mario Draghi bisogna fare delle scelte forti, ma forse farle in questo momento più che mai rischia di scontentare qualcuno. Di norma per trovare un compromesso ci si mette attorno a un tavolo, si discute e si esce con un programma mediato. Qui non si è fatto nemmeno questo passaggio”. Citando un ventennio di mancata crescita e l’elevato debito pubblico, Bini Smaghi ha sottolineato che “c’è una legittima aspettativa, da parte dei contribuenti degli altri paesi europei che ci danno tutti questi fondi, che questi vengano usati in modo efficace per riparare i problemi strutturali del nostro paese”.

È interessante l’indagine condotta dall’Unione europea delle cooperative secondo cui quasi 1 impresa su 3 (31%) riparte nel 2021 dai conti in rosso dell’ultimo anno. Sembra abbastanza positiva. Infatti, grazie al congelamento di molte questioni, il 2020 per le imprese non è stato così negativo come si possa immaginare. Tuttavia, tra gli imprenditori il vero timore è per il 2021 che potrebbe riservare amare sorprese, scontando in pieno gli effetti della crisi economica. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto Unioncamere/Infocamere sulla natalità e mortalità delle imprese. Il bilancio del 2020 chiude con un saldo attivo di 19mila unità (+0,32%) a fronte di 292.000 iscrizioni e 273.000 cessazioni al Registro delle imprese. Si tratta comunque di numeri molto piccoli rispetto a quelli di una quindicina di anni fa (nel 2006 si contavano 423 mila iscrizioni e 350 mila cessazioni). “L’andamento demografico dell’imprenditoria italiana è apparso, lo scorso anno, complessivamente caratterizzato da una diffusa incertezza sull’evoluzione della pandemia”, sottolinea il rapporto, ricordando che “normalmente le cancellazioni di attività dal Registro delle imprese si concentrano nei primi tre mesi dell’anno ed è in questo periodo che si attendono le maggiori ripercussioni della crisi dovuta alla pandemia”. Si dovranno attendere, dunque, i primi mesi di quest’anno per valutare l’impatto della crisi sanitaria e del prolungato lockdown sull’attività d’impresa.

Flash:

  • Nuova iniezione di liquidità da parte della Banca centrale cinese con delle operazioni di mercato aperto, per un valore di 2 miliardi di yuan (circa 308 milioni di dollari USA).
  • OCSE: Occupazione Eurozona III Trim sale al 66,7%, Italia al 57,7%.
  • Amazon continua ad espandersi in Italia ed annuncia l’apertura di 2 nuovi stabilimenti (Novara e Spilamberto), che genereranno 1.100 posti di lavoro entro il 2021.
  • Simest rafforza il supporto all’export italiano di beni di investimento e servizi. Da ieri sono operativi il “Contributo su Leasing all’Esportazione” e il “Contributo su Lettere di Credito Export”, due nuovi strumenti agevolati su risorse gestite per conto del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

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Scritto da Vincenzo Lettieri

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