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Omicron vs Inflazione. Cosa temere di più?

Omicron e Powell sono stati i protagonisti degli accadimenti che hanno interessato la scorsa settimana, e che ancora interessano, i mercati finanziari e la vita di ciascuno di noi sia in modo diretto che indiretto.

E’ stata scoperta, infatti, in Sudafrica una nuova variante di Covid-19 denominata per l’appunto Omicron. Le prime notizie sono sembrate da subito particolarmente allarmanti sia in termini di diffusione che di capacità di resistenza ai vaccini. Tantissima confusione si è generata in un millesimo di secondo. Non si è fatto nemmeno in tempo a dichiarare scoperta la nuova variante che già si sono delineati scenari a dir poco apocalittici. 

Tutto pane fresco per i No Vax e i complottisti di vario genere. Ma tant’è. Ormai siamo abituati ad una comunicazione che purtroppo già nasce molto ma molto male senza aspettare nemmeno che cresca sui social. 

E’ stata addirittura la CEO di Moderna, Stéphane Bancel, che ha dichiarato l’inefficacia dei vaccini contro la nuova variante. Poi si è passati alle parole di Ugur Sahin, lo scienziato a capo di BioNTech, convinto che invece gli attuali vaccini forniscano un elevato livello di protezione.

Chi ci capisce qualcosa è campione del mondo.

Sappiamo solo due cose: la prima è che non sappiamo niente, la seconda è che si procede guardando indietro.

In estate è stata la volta di Delta a destare preoccupazione. In effetti, quella variante si è rivelata sin da subito molto contagiosa e altrettanto pericolosa. Non sarebbe, invece, il caso di Omicron che risulterebbe, al momento, molto contagiosa ma non pericolosa. Il condizionale è d’obbligo perché è davvero presto per dirlo. Tuttavia, qualora fosse così sarebbe comunque una notizia positiva perché è la luce in fondo al tunnel che stiamo attendendo da molto.

Per quanto riguarda il presidente della Fed, invece, sappiamo che ormai oltre alla nuova variante è abbastanza preso sul fronte inflazione che ha dichiarato non transitoria. Non è dello stesso avviso la presidente della BCE ma noi siamo più propensi ad immaginare che si tratti di un qualcosa di permanente. Powell ha  ribadito che la FED è pronta ad usare gli strumenti necessari per assicurare che l’inflazione più alta non si radichi. In pratica è probabile un’accelerazione del tapering, terminando gli acquisti di asset prima del previsto. Una posizione che pesa sui mercati, forse più della nuova variante.

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Scritto da Vincenzo Lettieri

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