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Pil e G20, la giusta carica per la nuova settimana

Il Pil italiano che cresce e un G20 concluso con due risultati importanti.

È questa la sintesi della settimana appena trascorsa che fornisce l’energia giusta per affrontare questa già iniziata ma più corta per via della festività di Ognissanti.

I risultati a cui si è giunti con il vertice dei 20 più grandi della terra che si è tenuto a Roma riguardano la global minimum tax che “colpirà” multinazionali e colossi web arginando il tema troppo ricorrente e ingiusto dell’elusione fiscale, e il clima. In quest’ultimo caso, un po’ di conforto è arrivato anche se il rischio “bla, bla, bla” (copyright Greta ma sottoscritto anche da Johnson) è altino. I Venti hanno firmato l’impegno a mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi, riconoscendo anche he è scientificamente dimostrata la necessità di intervenire. Un accordo che il Premier Mario Draghi ha definito “un successo”, anche se non c’è una data precisa per il raggiungimento dell’obiettivo Net Zero (zero emissioni nette). La data del 2050 è stata sostituita da un più generico “entro o attorno a metà secolo”.

L’Istat ha indicato una crescita del 6,1% del Pil per il 2021. Per il Ministro Giorgetti si tratta di un risultato il cui merito è da attribuire esclusivamente alle imprese visto che il Pnrr che ancora non ha prodotto i suoi effetti. Per il Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Dona si tratta di un “ottimo rimbalzo, anche se scontato. Con il decreto aperture del 18 maggio, riaprono gradualmente molte attivita’. Era, quindi, prevedibile che il settore dei servizi nel terzo trimestre, il piu’ penalizzato, facesse da traino al Pil con la fine del lockdown”. “La scommessa per il futuro e’ a che ritmo proseguira’ la ripresa e quanto tempo si impieghera’ per recuperare sui valori pre-crisi. Purtroppo l’inflazione rischia di essere una pesante ipoteca, sia per gli effetti diretti sulla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, e di conseguenza sui consumi, sia perche’ se non scendesse nel corso del 2022, la Bce sarebbe costretta a intervenire, con conseguente innalzamento dei tassi di interesse e una riduzione nel programma di acquisti dei titoli di Stato. L’opposto di quello che serve per la ripresa”, ha concluso.

Buona settimana e buon caffè!

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Scritto da Vincenzo Lettieri

DDL ZAN. MA CHI HA VINTO DAVVERO ?

Contagi, clima e FOMC