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I mercati migliorano e la politica peggiora (soprattutto quella europea). L’incertezza rimane invariata

Non c’è che dire!

In questi giorni si fa davvero tanta fatica ad annoiarsi nel seguire le performance dei mercati e le decisioni di governi e banche centrali che su questi, prima addirittura che sull’economia reale, impattano fortemente.

La giornata di ieri, ad eccezione dell’Asia, è stata positiva sia in Europa che negli States.

Mentre in Italia era ancora notte, il Senato americano ha approvato il pacchetto di 2 mila miliardi di dollari di aiuti messo in campo da Washington e che affianca quanto previsto dalla Fed. Si tratta di un documento molto lungo, 880 pagine, che potrete trovare a questo link del Wall Street Journal (https://s.wsj.net/public/resources/documents/STIMULUSBILL0325.pdf?mod=article_inline). Penso sia accessibile a tutti. Qualora non lo fosse sarei lieto di inviarvelo (scrivetemi pure a vilettieri@gmail.com). Giusto per darvi un’idea, però, riporto la parte principale dell’indice:

  • Division A – Keeping workers paid and employed, health care system enhancements, and economic stabilization
    • Title I: Keeping American workers paid and employed act
    • Title II: Assistance for American workers, families, and businesses;
    • Title III: Supporting America’s health care system in the fight against the coronavirus;
    • Title IV: Economic stabilization and assistance to severely distressed sectors of the United States Economy;
    • Title V: Coronavirus relief funds;
    • Title VI: Miscellaneous provisions.

Gli effetti positivi del piano si sono visti sui mercati. Molti ritengono già archiviata la fase bear del definendola come la più corta della storia. L’idea ve la dà il Dow Jones che in tre giorni ha praticamente recuperato quanto perso nei giorni scorsi.

Nel frattempo ieri è uscito il dato sulle nuove richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA, nella settimana del 21 marzo 2020. Il dato è stato clamorosamente impressionante. I “claims” sono risultati pari a 3.283.000 unità, ben oltre le 1.650.000 unità indicate nel consensus, con un aumento di oltre 3 milioni rispetto al dato della settimana precedente di 282.000 mila. Si tratta del livello più alto della storia.

In una breve intervista a Nbc, Powell ha detto, rivolgendosi ai cittadini americani, che la Fed “sta lavorando duro per supportarvi in questo momento”. Secondo il presidente della banca centrale il piano di stimolo da 2mila miliardi di dollari passato ieri dal Senato offrirà un aiuto immediato ai lavoratori colpiti dallo stop alle attività economiche e il ruolo della Fed in questa fase è quello di assicurarsi che la ripresa successiva sia il più forte possibile.

Ahimè la stessa cosa non sta avvenendo in Europa. Che continente quello europeo!

Dopo l’intervento di Draghi sul Financial Times si sono illuminati gli animi ma niente di più. Qualcuno ne ha tratto gratuitamente una interessantissima lezione che altrimenti avrebbe dovuto fequentare nel corso di un MBA costosissimo in qualche Business School dal rating ragguardevole (come me ad esempio), qualcun altro ha storto il naso, qualcun altro ancora se l’è lasciata scivolare o l’ha menzionata troppe volte sui social.

Fatto sta che la situazione a livello politico in Europa è drammaticamente pericolosa e ridicola.

L’Italia ha continuato a cercare una sponda nell’Europa per affrontare la crisi. Insieme alla Spagna, nel corso del Vertice UE di ieri, dove la tensione è stata altissima secondo fonti autorevoli, il Presidente del Consiglio ha dato 10 giorni all‘Europa per “battere un colpo” e trovare una soluzione in grado di rispondere in maniera incisiva alla crisi attualmente in corso. Secondo Conte e Sanchez, infatti, quanto proposto dal Presidente UE è insufficiente sul piano finanziario.

La situazione è grave lo sappiamo tutti. Le risposte da cercare sono tante perché i problemi sono tanti, tantissimi.

Ad esempio Moody’s ha rivisto a ‘negativo’ da ‘stabile’ l’Outlook di 6 sistemi bancari europei per l’impatto economico del virus che porterà all’aumento di crediti ritenuti problematici. I sistemi bancari in questione appartengono a Francia, Italia, Spagna, Danimarca, Olanda e Belgio. L’Outlook resta poi negativo per i sistemi bancari della Germania e del Regno Unito, mentre sono confermate le prospettive stabili per la Svezia e la Svizzera.

In Italia, ieri, al Senato è intervenuto il Presidente Conte. Di seguito riporto alcuni passaggi del suo discorso:

“I contraccolpi economici dell’emergenza sanitaria naturalmente riguardano da vicino il mondo delle imprese. È perciò imperativo garantire loro il massimo grado possibile di liquidità e a questo scopo il Governo ha già predisposto misure significative che permettono di attivare complessivamente 350 miliardi di euro di finanziamenti a beneficio del mondo produttivo. Queste misure si articolano in quattro direzioni principali: abbiamo disposto una moratoria sui prestiti fino al 30 settembre 2020 a beneficio di tutto il sistema delle piccole e medie imprese (mio appunto: e dopo il 30/9 che succederà? Se perdo mesi di lavoro io non potrò comunque pagare e quindi andrebbe già oggi esteso ad almeno 12/18 mesi); abbiamo poi potenziato con 1,5 miliardi di euro il fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese – e al riguardo possiamo e dobbiamo fare di più – affinché possa intervenire in maniera più capillare ed erogare garanzie per oltre 100 miliardi complessivi; in favore dei lavoratori autonomi che abbiano subito una perdita di oltre un terzo del loro fatturato medio viene esteso l’accesso al cosiddetto fondo Gasparrini, che per diciotto mesi garantisce la sospensione delle rate e il pagamento da parte dello Stato di una parte degli interessi sui mutui per l’acquisto della prima casa; a favore delle aziende di maggiori dimensioni, infine, abbiamo previsto una garanzia dello Stato sulle esposizioni assunte da Cassa depositi e prestiti diretta alle medie e grandi imprese colpite dall’emergenza. Sono previste anche forme di incentivo alle imprese bancarie e industriali finalizzate alla cessione di crediti incagliati o deteriorati attraverso la conversione delle loro attività fiscali differite in crediti d’imposta.” “Il decreto-legge dedica inoltre un capitolo importante alla sospensione dei versamenti fiscali e contributivi, estendendo la portata degli interventi disposti dai provvedimenti precedenti. Al fine di sostenere il sistema Paese in questa delicata fase abbiamo poi costituito un fondo per l’internazionalizzazione del sistema economico e il sostegno delle esportazioni italiane.” “In definitiva confidiamo di poter offrire alle imprese, alle famiglie e ai lavoratori stanziamenti aggiuntivi per una somma totale non inferiore – lo ripeto, non inferiore – a 50 miliardi di euro.” “con i prossimi interventi dovremo rendere ancora più incisivi gli sforzi di semplificazione amministrativa e burocratica – questo è un passaggio molto importante – in modo da realizzare una terapia d’urto che acceleri finalmente e risolutamente nel nostro Paese – adesso ne ha più bisogno che mai – gli investimenti pubblici e privati, in modo da metterlo nella condizione di ripartire con forza, di rimbalzare non appena si riuscirà a intravvedere l’uscita dalla fase più acuta dell’emergenza.” “Allo stesso tempo, dobbiamo salvaguardare la capacità finanziaria dei nostri enti locali, che sono davvero molto in difficoltà, a partire dai Comuni,” “È convinzione del Governo che ad oggi nessuno – ripeto nessuno – degli strumenti disponibili progettati durante precedenti periodi di crisi di differente natura – pensiamo all’ultima del 2008 – possa costituire un veicolo idoneo ad attuare quella coraggiosa risposta economica alla pandemia di cui tutti i cittadini avvertono la necessità. Per questa ragione, l’Italia continua a lavorare alla creazione di strumenti di debito comuni dell’eurozona che possano finanziare gli sforzi messi in campo dai Governi e costruire un’adeguata linea di difesa. Si è ragionato anche in questi giorni di corona bond. Non è una formula linguistica che mi fa impazzire; propenderei forse, se devo dare un suggerimento, per european recovery bond, ma non è un problema di lessico. Nelle ultime ore ho portato avanti un’iniziativa condivisa dai leader di altri otto Stati membri (Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna). Ieri abbiamo inviato una lettera al presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che ho sentito per telefono. Abbiamo espresso e condiviso un chiaro punto di vista: l’Europa può affrontare questo shock soltanto facendo ricorso a misure straordinarie ed eccezionali. Queste misure devono essere prioritariamente dirette a contenere al massimo la diffusione del virus e a rafforzare i sistemi sanitari dei singoli Stati membri. Devono essere in grado di salvare la produzione e la distribuzione di beni e servizi vitali all’interno dell’Unione europea e di contrastare efficacemente gli effetti negativi della crisi senza precedenti. Questa è una battaglia che si vince tutti insieme, altrimenti a perdere saremo tutti.”

Non volendo fare l’analisi del discorso del Primo Ministro, ritengo che si sia ancora molto molto distanti dal nocciolo vero della questione. Tuttavia, nemmeno dai singoli discorsi dei senatori intervenuti dopo ho trovato spunti che rimandassero alla concretezza delle questioni. Oltre ai DOVEROSI ringraziamenti a medici, infermieri e personale sanitario e all’IMPORTANTE ATTENZIONE data a chi purtroppo non è più con noi a causa di questo maledetto mostro, sembrava come se si fosse partiti con il valzer dell’ovvietà. Abbiamo appurato che la lettura dei giornali in questi giorni è avvenuta ma per il resto mi sarei francamente aspettato qualcosa di più “americano” nello stile.

“Tipo cosa” state pensando?

Beh tipo questo: Presidente cosa rispondo all’azienda in salute finanziaria al momento che mi dice ho cassa per onorare i miei impegni per i prossimi 3 mesi e ho dilazionato ulteriormente i tempi di pagamento dei miei clienti, né io e né i miei clienti stiamo lavorando, vorrei chiedere alla banca un anticipo su fatture, che succede? Magari stavolta mi dà l’ok ma le prossime settimane? Se si va avanti così i miei clienti potrebbero non pagarmi più, di conseguenza la banca non mi anticipa i soldi prevedendolo e io che faccio?

Oppure: Presidente ma della centrale rischi che ne facciamo?

Oppure ancora: Presidente in USA nel documento approvato al senato sui 2 mila miliardi c’è scritto nero su bianco che le aziende che ne beneficeranno non dovranno pagare gli stipendi che superano certe soglie (sintesi bestiale). In Italia che faremo? Non sarebbe il caso di mettere mano alla cassa integrazione modificandone alcuni aspetti in modo che le imprese non facciano come meglio credono nel momento in cui attingono alle risorse pubbliche?

Oppure: Presidente ma l’Italia cosa sta chiedendo per le proprie banche che oggi sono molto ben strutturate ma che in prospettiva, se non si interviene a livello Europa, queste rischiano?

Attenzione, non sto dicendo che molti di questi temi non siano stati portati all’attenzione di Conte, però….è anche vero che tranne un paio di senatori (sono buonissimo) il resto ha fatto cenno a una certa esigenza di liquidità per le imprese e così via.

Vi segnalo un’interessante intervista apparsa ieri su Avvenire a Francesco Maggioni, analista finanziario che ha inventato il software Cycle Compass che viene utilizzato da fondi di investimento e private bankers. Di seguito alcuni passaggi: “nei prossimi anni l’investimento meno redditizio potrebbe essere quello obbligazionario perché in un potenziale contesto ad alta inflazione, i rendimenti fissi delle obbligazioni ne saranno negativamente toccati. Se veramente la crisi del 2009 era simile al 1932, oggi siamo quindi al 1945. Fra un paio di anni saremo nel 1947 e partirà il periodo migliore per le Borse azionarie, ovvero tra il 1950 e il 1970. Alla domanda: e oggi cosa bisogna fare: entrare o perdere il treno ha risposto “La negatività è stata strabordante e i mercati vivono di eccessi: erano troppo alti l’anno scorso, come nel 2014, e adesso sono esageratamente ribassisti. Mi aspetto da qua a qualche mese un rimbalzo e poi un nuovo test dei minimi”.

Come di consueto, prima di lasciarvi alla vostra tazzulella di caffè, un po’ di notizie flash:

  • il gruppo Armani converte i propri stabilimenti produttivi italiani per produrre camici monouso destinati alla protezione individuale degli operatori sanitari;
  • il governo inglese ha ordinato 10 mila respiratori alla Dyson;
  • Danone ha assicurato il mantenimento dei posti di lavoro e dei salari di tutti i suoi dipendenti in tutto il mondo per i prossimi tre mesi;
  • rischio chiusura immediata per almeno la metà delle imprese italiane di autotrasporto per via di 1,5 miliardi di crediti insoluti e di controparti che non pagano i servizi commissionati rinviando nel tempo di versare il dovuto.

Buona giornata, a domani!

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Scritto da Vincenzo Lettieri

#ULTRAS: Interviste ad A. Leardi ed A. Pisani

Chiusa in negativo una settimana positiva sui mercati