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AMBASCIATORE DROR EYDAR: “ITALIA HA AVUTO UN RUOLO STORICO E BIBLICO CENTRALE PER ISRAELE”

Intervista esclusiva di Alessandro Iovino all’Ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar

Dror Eydar non e’ solo l’ambasciatore d’Israele in Italia. Il suo profilo, la sua preparazione, la sua dialettica, lo qualificano anche come uno dei più attenti e raffinati osservatori non solo dei fatti di attualità ma anche storici che riguardano lo stato d’Israele ed il popolo ebraico. Ex editorialista ed editore di Israel Hayom, è l’ambasciatore israeliano in Italia dal 2 settembre 2019. Laureato in letteratura ebraica, ha scritto molti libri ed e’ un esperto di geopolitica internazionale.
Analizza, studia, scrive e pubblica. Argomenta ogni sua posizione e in questi due anni, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, ha lavorato moltissimo per intensificare il legame storico, politico e culturale con il nostro paese. Tra gli uomini più “scortati” d’Italia, la sua sicurezza e’ una priorità per il nostro paese, da sempre vicino ad Israele.
Ha parlato a Real Inside Magazine con questa intervista in esclusiva, alla luce anche di una storica ed importantissima celebrazione che si è tenuta lo scorso aprile a Sanremo dove nel 1920 si tenne una conferenza fondamentale per la costituzione dello stato ebraico. Ma abbiamo parlato anche delle recenti tensioni in Medio Oriente, dell’emergenza sanitaria e dello storico rapporto con l’Italia.

Grazie Ambasciatore per questa opportunità. Partiamo proprio dall’evento di Sanremo.
Quale ruolo ha avuto l’Italia in quella storica conferenza in cui furono gettate le basi per la nascita dello Stato d’Israele ?

La conferenza di Sanremo si è tenuta poco dopo la Prima Guerra Mondiale.
Alla conferenza parteciparono i rappresentanti delle quattro nazioni vincitrici. Dal 19 al 26 aprile del 1920 a Sanremo si decise come suddividere i territori derivanti dal crollo del gigante dai piedi d’argilla: l’Impero Ottomano.
Il Medio Oriente infatti era controllato fino a quel tempo dagli ottomani.
Nel 1919 a Parigi si tenne una conferenza in cui si decise per l’Europa ed i suoi confini. Molti dei quali sono ancora oggi in essere. Ma in quella sede non fu affrontata pienamente la questione mediorientale. Ecco perché venne convocata a Sanremo questa conferenza.
Vennero già a Parigi invitate due delegazioni: una ebraica ed una araba.
Sostanzialmente a Sanremo venne condiviso dagli Alleati questo principio: tutto il Medio Oriente agli Arabi, ad eccezione della Palestina che sarebbe divenuta stato ebraico. In quella sede si tenne conto anche dei confini geografici definiti nella Bibbia.
L’Italia oltre che ospitare la conferenza ebbe un ruolo centrale attraverso il suo presidente del Consiglio dell‘epoca: Francesco Saverio Nitti.
Fu un vertice di assoluta importanza per le decisioni che vennero prese …

Quali furono dunque queste decisioni riguardo la Palestina ?

La Palestina fu destinata agli Ebrei, come ho detto. Tra i vari punti fu ribadito che “è stato dato riconoscimento alla connessione storica del popolo ebraico con la Palestina e alle basi per ricostituire la loro nazione in quel paese”.
Ma mi si consenta di fare una precisazione storica riguardo la Palestina.
Nel II secolo d.C. l’imperatore Adriano decise di essere determinato nel frenare le continue rivolte del popolo ebraico contro l’Impero Romano. Dopo la distruzione del tempio nel 70 d. C., nel 132 d.C., gli ebrei diedero vita alla terza guerra giudaica, l’ultima grande rivolta contro i Romani. Furono tre anni di rivolte e ribellioni contro il dominio dei romani, il divieto di circoncisione emanato da Adriano e la sua volontà di costruire una città sulle rovine di Gerusalemme dedicata al culto pagano del dio Giove.
Fu una mattanza per i giudei. Alla fine nonostante non fu semplice per Romani, la repressione delle rivolte fu massiccia. L’imperatore Adriano decise dunque di cambiare il nome di quei territori in Siria-Palestina. Penso’ che gli ebrei dopo qualche generazione avrebbero dimenticato le loro radici e perso memoria della loro storia. Ma così non fu. Perché quella terra che prese il nome di Palestina, e’ stata sempre terra di ebrei. Pensi che tutti quelli nati prima del 1948 a Gerusalemme sulla propria carta d’identità hanno scritto: nato in Palestina. Una terra da sempre appartenuta alla nostra popolazione.
A Sanremo nel 1920 fu deciso che dopo ben 1850 anni circa, per la prima volta dopo la distruzione del Tempio, quella terra tornasse ad essere patria per gli Ebrei. Una presa di posizione davanti agli occhi del mondo. Insomma credo sia chiaro la portata storica di questo evento di Sanremo: per la prima volta dopo tanti secoli il mondo riconosceva il diritto degli Ebrei di ritornare in Palestina dopo una così lunga diaspora.

Ambasciatore, perché la conferenza di Sanremo e’ stata così importante rispetto anche alla Dichiarazione di Balfour del 1917?

Quella dichiarazione fu di certo fondamentale.
Si tratta di una lettera, scritta dall’allora ministro degli esteri inglese Arthur Balfour a Lord Rothschild, considerato come principale rappresentante della comunità ebraica inglese, e referente del movimento sionista. In quella lettera si fece espressa menzione al fatto che il governo britannico guardava con favore alla creazione di una “dimora nazionale per il popolo ebraico”.
Prima di Sanremo il movimento sionista aveva ottenuto diverse dichiarazioni in tal senso, ma non ci fu mai una reale opportunità per la fondazione di uno stato.
Quella di Balfour fu appunto una dichiarazione ma la conferenza di Sanremo sancì la nascita di un percorso, allora embrionale, per la nascita dello stato ebraico, avvenuta poi 28 anni dopo.

Perché allora una certa propaganda vuole affermare che Israele viola leggi internazionali riguardo l’occupazione di quei territori ?

Ecco, questo non lo capisco. Molti osservatori probabilmente non conoscono i fatti. Ignorano quanto avvenne a Sanremo che rimane un nodo centrale per la nostra storia.
E gli Italiani dovrebbero essere orgogliosi di cio’, visto che a firmare quel documento ci fu anche il presidente Nitti.
Ecco perché abbiamo deciso di ricordare questo evento, con la presenza tra l’altro, del Maestro Andrea Bocelli, delle autorità italiane tra cui il ministro Luigi Di Maio ed il senatore Lucio Malan, presidente del gruppo di amicizia interparlamentare tra Israele e Italia. Il vostro paese ebbe un ruolo storico fondamentale, ma direi anche in chiave biblica. Quella terra fu per secoli desolata ma con il ritorno a casa degli Ebrei e’ tornata a rifiorire.
L’Italia può dirsi testimone di tutto questo, alla luce anche delle profezie bibliche.

Ambasciatore, dopo questo viaggio nella storia, passiamo ad alcune questioni di attualità. Dopo gli scontri dello scorso maggio, la situazione in Israele oggi e’ più tranquilla ?

Siamo abituati, purtroppo, a queste offensive.
Gli Arabi di Gaza non vogliono vivere in pace con noi. Questo è un dato di fatto.
Nell’agosto del 2005 Israele ha abbandonato la Striscia di Gaza ed abbiamo lasciato tutto, abbiamo perfino preso le tombe dei nostri antenati.
Abbiamo loro offerto anche la nostra tecnologia. Sarebbe potuta diventare la Singapore del Medio Oriente. Hanno affaccio sul mare, hanno un grande potenziale per vivere in prosperità.
Invece per noi non è una sorpresa sapere che l’hanno trasformata in un fortino militare.
Hanno tolto perfino impianti idrici per i campi per il posizionamento dei razzi contro Israele. Hanno preso in ostaggio la popolazione e influenzano con strumenti primitivi anche i fanciulli con una propaganda antisemita.
Nel 2006 ci furono le elezione dell’Autorità Nazionale Palestinese, ed Hamas ebbe una grande vittoria.
Abbiamo avuto diversi focolai di guerre in questi anni. Israele ha subito contro la propria popolazione decine di migliaia di razzi.
Con un solo scopo: distruggere il nostro stato.

Perché secondo lei in Occidente, alcuni giornalisti e politici, sono accondiscendenti con Hamas ?

Voglio sperare per mancanza di conoscenza. Regna una grande ignoranza anche in molti politici in Europa. Hamas non riconosce sovranità di ANP. Però questi ultimi si ostinano a difenderla. Ma rimane un fatto: sono un’entità terroristica. Fondata nel 1988, nel loro manifesto si può precisamente capire quali sono intenti.
Ecco lo statuto di Hamas, tradotto in italiano perché tutti possano leggere e capirne la vera natura.

Potete chiaramente evincere che lo scoop di Hamas e’ di distruggere Israele ed uccidere ogni ebreo. Questa è loro missione. Ho pubblicamente dichiarato al senato della Repubblica Italiana che questo statuto si ispira alla “Mein Kampf” di Adolf Hitler. Non vi è dubbio. Perciò ritengo che ogni parola sia superflua, basta leggere quanto qui indicato nello Statuto.
Non c’è soluzione per loro se non la guerra santa, la Jihad.
Cedere un pezzo di terra per loro significa cedere una parte della religione. Chi conosce l’Islam e legge le premesse di questo statuto può rendersene conto.

Come si può allora pensare di trattare con questa entità terroristica ?

Vorrei rispondere con una domanda. Nella seconda guerra mondiale, quando ormai i piani di Hitler erano noti al mondo, chi pensava che si potesse ancora negoziare con i nazisti ?
Non puoi parlare con diavolo, ahimè. Ma qui dobbiamo chiarire che non c’entra la popolazione ma il regime.
Ero sconcertato nel sentire alcuni giornalisti europei manifestare vicinanza ad Hamas e non ad Israele.
In questi giorni meditavo sulla Divina Commedia. Fu proprio il Sommo Poeta a condannare gli ignavi, «coloro / che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo».
Quelli che non hanno il coraggio di prendere una posizione e per cui non era previsto nemmeno un girone nell’inferno dantesco.
Noi non possiamo essere dei martiri eterni.
Dobbiamo difenderci. E contiamo sul fatto che in Occidente si distingua bene tra chi ama la libertà e chi invece la guerra.
Non siamo tornati per sopravvivere nella nostra terra ma per vivere.
Vogliamo dare il nostro contributo per migliorare la vita sociale e civile dell’umanità. Non vogliamo guerra ma sviluppo, e poi condividerlo. Avendo come nostro partner principale l’Italia, nostro storico alleato.
Tre settimane fa ero ad Amendola, in Puglia, per una delicata esercitazione areonautica congiunta tra Italia ed Israele.
La prima volta che i nostri F35 hanno lasciato Israele hanno raggiunto l’Italia, un nostro partner strategico.

Perché allora si fatica così tanto a raggiungere la tanto agognata pace ?

Non abbiamo pace perché come prima spiegato Hamas, con la complicità dell’ANP, non la ricerca. Loro contestano la teoria dei “due stati, due popoli”, come sancito dagli accordi di Oslo. La premessa di quegli accordi e’ di parlare di due popoli. L’ANP ci ha riconosciuti come nazione ma non come popolo, con le nostre radici e la nostra storia.
Lo Statuto dell’ANP, all’Articolo 20, dichiara di non riconoscere la dichiarazione di Balfour e quella di Sanremo. La loro propaganda afferma e diffonde che non c’è legame del nostro popolo con quella terra, rinnegando così anche la Bibbia.
A testimonianza di ciò, l’affare Wikileaks ha portato alla luce uno scambio di mail in cui un alto rappresentante dell’ANP ha sollecitato i suoi funzionari ad abbandonare l’utilizzo di “due stati, due popoli” perché si tratta di un implicito riconoscimento della nostra storia e delle nostri radici. Vogliono negare il nostro diritto all’autodeterminazione. Invito i nostri lettori a riflettere su questo.

Ambasciatore, infine non possiamo dimenticare quanto vissuto in questo ultimo anno, con l’emergenza sanitaria. Anche su questo fronte Italia ed Israele sono stati molto unite come nazioni per fronteggiare questa pandemia globale ….

Confermo. Italia e’ l’unico paese in cui e’ stata inviata una delegazione israeliana di medici, infermieri e ricercatori. Abbiamo promosso un fitto scambio di protocolli d’intesa su questo tema tra le nostre strutture sanitarie.
Durante la grave ondata della pandemia abbiamo fatto ogni settimana riunione con i rispettivi ministri della salute.
Come ho detto vogliamo condividere ciò che il nostro paese riesce a conquistare in termini scientifici e tecnologici.
Siamo un baluardo di libertà per tutto il mondo occidentale. Ecco perché insistito nell’affermare che difendere noi significa difendere il mondo libero, sostenere noi significa sostenere la nostra civiltà.

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