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Il “miracolo” Atitech: parla Gianni Lettieri

L’imprenditore napoletano a tutto campo in occasione del trentennale di Atitech

“Siamo passati da un fatturato di poco più di 20 milioni nel 2009 ad uno di circa 70 dello scorso anno. Abbiamo compiuto un vero miracolo, risanando i conti negli anni della crisi economica globale, dando lustro ad un’azienda che ha orgogliosamente sede a Napoli”.

Gianni Lettieri

E’ difficile contraddire Gianni Lettieri, classe ’56, dal 2009 a capo di Atitech.

Con il suo proverbiale pragmatismo – chi lo conosce sa che è il suo tratto distintivo – mostra i numeri di questo miracolo imprenditoriale che porta la sua firma. Afferma categoricamente: “… i fatti valgono più delle parole…”. In questo colloquio, il presidente Lettieri, parla delle sfide, delle difficoltà ma soprattutto dei successi conseguiti in questi anni. Infatti, sempre per restare fedeli alla realtà, l’ex presidente degli Industriali napoletani, ricorda che oggi Atitech conta 530 dipendenti diretti più un altro centinaio di collaboratori di società esterne. Un indotto lavorativo di non poco conto.

Gianni Lettieri in occasione del trentennale di Atitech, rivendica con orgoglio il lavoro svolto, il passato glorioso di quest’azienda, consapevole che gli ultimi 10 anni, quelli sotto la sua guida, sono stati quelli più significativi e gloriosi per l’azienda. Sono stati anni intensi: dopo un delicato processo di risanamento, si è messo in moto una crescita costante, come evidenziato in un fondo de “Il Sole 24 ore” del 22 novembre 2019. Atitech è oggi un’azienda protagonista a livello europeo nel settore aereonautico.

Partiamo proprio dal presente, prima di fare cenno al passato ed al futuro dell’azienda: presidente Lettieri, oggi quali sono le condizioni di Atitech ?

Appena qualche settimana fa a Londra, in occasione della “MRO Europe London 2019”, la fiera internazionale della manutenzione, riparazione e revisione nel settore aereospaziale, abbiamo siglato alcuni accordi con alcune compagnie europee come la società tedesca Eurowings/Germanwings e l’austriaca Austrian Airlines. Queste ultime commesse sono la dimostrazione concreta che l’azienda gode di ottima salute ed è proiettata in una dimensione intenzionale. Quindi arriviamo alle celebrazioni di questo trentennale nel migliore dei modi ….

Presidente, allora una storia di cui può essere orgoglioso …

Sicuramente siamo soddisfatti del lavoro fin qui svolto, ma mi consenta di ricordare che non è solo una questione personale. Il salvataggio prima e la valorizzazione poi di Atitech, è motivo d’orgoglio per l’intera città. Tenga conto che Atitech nasce nel 1989, in seguito alla scioglimento dell’ex divisione tecnica di ATI – Aero Trasporti Italiani. In quegli anni la nostra azienda ereditò un patrimonio storico non poco rilevante, anche se la crisi di Alitalia finì poi per colpire anche questa società che nel 2009 era in uno stato comatoso. Ho intravisto la possibilità che quel passato glorioso potesse in qualche modo rivivere. Un imprenditore deve essere intuitivo: captare l’opportunità e poi essere capace di valorizzare il potenziale che crede ci possa essere in una determinata impresa. Ecco che ho deciso di rilevare questa azienda, tra mille rischi, e portare avanti una sfida impossibile: oggi possiamo essere doppiamente soddisfatti, perché invece di chiudere i battenti, dieci anni fa abbiamo deciso di investire e restituire dignità non solo al passato ma anche al futuro di questa impresa.

Come è strutturata l’azienda oggi?

La nostra sede principale è costituita dalle aree ex Alenia, a Capodichino Nord. In principio avevano due hangar ed otto baie, adesso invece abbiamo cinque hangar e 20 baie. Abbiamo allestito un polo manutentivo di altissimo livello con impianti ed attrezzature di ultimissima generazione e siamo proiettati verso un continuo processo di rinnovamento e modernizzazione. Continueremo in questo senso ad investire sempre ed ancora di più. Pensi che abbiamo anche avviato una svolta green aderendo a pieno titolo alla campagna #savetheplanet. Ed anche qui, passiamo dalle parole ai fatti: abbiamo installato, tra l’altro, un impianto fotovoltaico da 1.018 KW che ha consentito la diminuzione di 1.350 tonnellate di Co2 emesse in atmosfera ogni anno. Siamo già a lavoro per la digitalizzazione di tutto il nostro lavoro e per la sostituzione di tutto il parco veicoli dell’azienda con mezzi di trasporto elettrici.

Eppure, nonostante la crisi di Alitalia, un tempo suo monocliente, Atitech è in crescita ed espansione…

Alitalia rimane il nostro principale cliente, ma Atitech è andata oltre. Come suggeriscono le più elementari regole del mercato globale, ci siamo internazionalizzati. Abbiamo avviato una partnership intensa con i russi, per esempio. Oltre alle commesse che prima ho citato.

La nostra storia dimostra che non importa dove si fa impresa, ma come. Tra non poche difficoltà abbiamo puntato sull’eccellenza e l’innovazione. A Napoli abbiamo creato un punto di eccellenza, grazie anche alle capacità dei nostri dipendenti.

Nonostante quindi questo trend positivo per Atitech, invece Alitalia precipita verso l’oblio. Cosa ne pensa ?

Non mi dilungo perché sarebbe solo altro tempo sprecato. Decenni di crisi, promesse non mantenute e tentativi di risanamento che falliscono puntualmente. Ferrovie dello Stato poteva essere il partner giusto per Alitalia, ma al di là di tutto, ora basta perdere tempo….

Senta presidente, come giudica lo stato della città di Napoli? Pensa di ritornare ad occuparsi di politica ?

L’impegno per la città di Napoli mi è costato molto, sia sul piano personale che professionale. Mi sono candidato a Sindaco perché volevo mettere a disposizione della città il mio tempo, le mie energie e le mie competenze per inaugurare una stagione politica davvero rivoluzionaria nella nostra città. Napoli è come Atitech dieci anni fa: in uno stato comatoso. Per certi versi alcuni napoletani vivono una situazione drammatica.

Io non perdo comunque la speranza, soprattutto nei giovani. Sono spesso all’estero, tutte le settimane vado a Milano per lavoro, ma per quel che posso non mi dimentico della mia città. Darò il mio contributo in modo diverso, ma non mi sottraggo alle mie responsabilità. Questo è il mio stile, come uomo, come imprenditore e come cittadino.

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Scritto da Alessandro Iovino

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