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Istat, divari e crescita

Nel suo rapporto annuale, l’Istat ha affermato che la situazione sociale dell’Italia e’ caratterizzata da ampie diseguaglianze strutturali che, in alcuni casi, nel 2020 sono state aggravate dalla crisi legata all’emergenza sanitaria. Particolarmente difficile e’ la situazione dei giovani che abbandonano gli studi precocemente senza aver conseguito un diploma o una qualifica o di quelli che sono fuori da un percorso scolastico o formativo e non hanno un lavoro. La discontinuita’ della didattica in presenza che ha caratterizzato i due anni scolastici di pandemia ha aggravato queste criticita’. In particolare, ricorda l’Istat, nel 2020 il 13,1% dei giovani di 18-24 anni ha abbandonato precocemente gli studi avendo raggiunto al massimo la licenza media (contro 10,1% in Ue27).

In merito alla crescita del Paese, l’Istat ha indicato che “le prospettive per l’economia italiana si mantengono particolarmente favorevoli e sono confermate dalla decisa ripresa della fiducia di consumatori e imprese”. “Il progresso delle campagne vaccinali e le politiche di sostegno ai redditi di famiglie e imprese continuano a trainare la ripresa internazionale. Ad aprile, il commercio mondiale di merci in volume e’ ancora in espansione seppure con ritmi piu’ contenuti. In Italia, prosegue il recupero dell’attivita’ economica che e’ atteso estendersi anche ai servizi. Nella media del periodo marzo-maggio, il livello della produzione industriale e’ aumentato rispetto ai tre mesi precedenti. Nel mercato del lavoro, si sono rafforzati i segnali di miglioramento dell’occupazione, trainata prevalentemente da quella a tempo determinato, in presenza di una progressiva riduzione della quota di inattivi e di un marginale calo della disoccupazione. Le attese sull’occupazione da parte delle imprese mantengono un profilo espansivo”. Inoltre, “a giugno, prosegue la spinta dei prezzi dei beni energetici sull’inflazione al consumo, che rimane comunque sui livelli del mese precedente. Il differenziale tra la nostra inflazione e quella dell’area euro si mantiene negativo, continuando a rappresentare un fattore positivo per la competitivita’ internazionale”.

Buona domenica e buon caffè!

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Scritto da Vincenzo Lettieri

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