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Visionary Days – Intervista a Tommaso Vitiello

Come e quando nasce questa idea ?

Visionary Days è una maratona di brainstorming collettivo che avviene una volta all’anno, in un unico giorno ed in più città in simultanea. Nasce con l’obiettivo di offrire alle giovani generazioni uno spazio di confronto aperto e attivo, svincolato da qualsiasi forma di giudizio o condizionamento esterno. Il progetto “Visionary” nasce nel 2017, da un gruppo di studenti del Politecnico di Torino: da un evento di nicchia che coinvolgeva poco più di 400 giovani nella sala gialla di Lingotto a Torino, si è arrivati oggi ad un coinvolgimento di 5 città italiane e migliaia giovani, con l’obiettivo di raggiungere almeno 10 città entro il 2021.

Quali sono le città coinvolte e come e quando si svolgerà l’edizione di quest’anno? L’evento di quest’anno si svolgerà il 21 Novembre 2020 in 5 città in contemporanea: Torino, Genova, Pavia, Firenze e Napoli, che sarà la prima ed unica città del Sud per quest’anno. Inizialmente previsto come evento fisico, alla luce dell’aumento dei casi di covid e del DPCM del 18 Ottobre, l’evento sarà riconvertito in digitale.

Il tema di questa edizione è: “quali confini nel nuovo mondo”. Come pensa sia cambiato il mondo in questo 2020?

E’ stato un anno particolare che ha colpito, seppur con intensità diversa, tutte le categorie

sociali. Stiamo vivendo una crisi che ha dato una forte scossa non solo a livello macro all’assetto sanitario ed a quello economico, ma anche all’aspetto più intimo e personale di ognuno di noi. Penso al personale sanitario, che sta affrontando questa battaglia spesso con mancanza di risorse e di strumenti adeguati. Penso ai tanti imprenditori che stanno subendo fortissimi danni economici. Penso ai tantissimi giovani miei coetanei, lontani dalle proprie case e dai propri affetti, che con coraggio e lucidità hanno saputo affrontare 2 mesi di solitudine e stress psicologico, anche questo non affatto banale. ll fatto che il tema di Visionary Days riguardi il concetto di confini è una coincidenza estremamente interessante nel 2020. La pandemia ci ha forzato a ripensare i nostri confini sotto ogni aspetto. Il mondo  è cambiato e continua a cambiare repentinamente, tuttavia dobbiamo essere bravi a coglierne gli insegnamenti. Abbiamo l’opportunità di cogliere questa sfida: se saremo bravi a ricostruire, ci ritroveremo un Paese ed un mondo migliore e più sostenibile.

Sapranno i giovani cogliere le sfide di questi cambiamenti ?

Non esistono alternative, purtroppo o per fortuna. La nostra generazione ha una responsabilità importante: cogliere le sfide ed i cambiamenti che sono in atto, convertirli in opportunità per realizzare una società migliore. Sono fiducioso: c’è’ una voglia di partecipazione tangibile, che esiste ed è concreta: vanno solo definiti mezzi e contenitori partecipativi. Assieme ad altri, questo è proprio uno degli obiettivi del progetto Visionary.

Quale pensa possa essere il contributo dei giovani al futuro del nostro paese? Recentemente ho letto un dato che mi ha colpito molto: siamo il Paese peggiore in Europa per numero di giovani che non lavorano né studiano, con un’incidenza superiore nel Mezzogiorno d’Italia. E’ il frutto di una condizione di sfiducia dovuta a tanti fattori: tra i vari, l’adozione di politiche assistenzialiste e l’incapacità di costruire un sistema educativo fondato sulle competenze reali che il mondo del lavoro richiede. Come giovani, a mio modesto avviso, abbiamo il dovere di chiedere a gran voce un impegno serio sul mondo della scuola e dell’università, ragionando un’offerta formativa in ottica più professionalizzante, così come una seria sburocratizzazione che possa agevolare l’iniziativa imprenditoriale giovanile.

Pensa forse che ci sono scelte più coraggiose che questo governo può fare? Governare in una situazione di forte instabilità come questa non è semplice. E’ necessario avere una visione chiara, prendere scelte coraggiose che vadano a limitare – per quanto possibile – i danni sanitari, e – non da meno – quelli economici e sociali. Al fine di offrire il nostro contributo in questa situazione così complessa, proprio con Visionary e col Ministero delle Politiche giovanili abbiamo organizzato, il 13 Giugno, un evento dal titolo “Quale Futuro”: una maratona di brainstorming totalmente digitale, in cui 400 giovani italiani, lavorando in gruppo su quattro tematiche del nostro Futuro, hanno ideato soluzioni concrete da offrire al Governo. Il risultato è stato eccezionale: tantissime proposte che riguardano il mondo della partecipazione giovanile, della sostenibilità, dell’arte e della cultura, dell’istruzione e del lavoro.

Chi sono i vostri partner e quali sono i riscontri che avete avuto con le istituzioni? Il progetto è realizzato con il supporto scientifico ed economico del Politecnico di Torino, l’alto patrocinio della Commissione Europea e il contributo di Erasmus+: youth in Action program the European Union. Tra i partner aziendali cito FCA, Nestlè, Snam e Reply. A Napoli abbiamo il patrocinio del Comune di Napoli.

Ci dica: lei come se lo immagina questo nuovo mondo?

Immagino un mondo in cui i confini esistano come valorizzazione delle differenze, delle diversità e delle unicità. Un mondo che si fondi su una maggiore cooperazione e solidarietà. Infine, un mondo che magari – anche a seguito di questa esperienza – possa ricominciare ad apprezzare la lentezza ed il valore delle piccole cose.

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