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Il caso Giada Giunti a che punto è la Corte D’appello per riportare il piccolo Jacopo a casa?

Giada Giunti lavora come al Tg Sky24, l’abbiamo conosciuta un anno fa e abbiamo già raccontato una triste storia che ad oggi non sembra ancora essersi risolta. Il piccolo Jacopo non è ancora tornato a casa da sua madre.

Cara Giada, noi abbiamo già lavorato al tuo caso. Come stai vivendo questo periodo e come hai vissuto questo ultimo anno? 

Senza una vita, perché vivere senza mio figlio non è vita, è una morte in vita, un parola forte quello che dico, ma rende l’idea di come mi sento. L’ultima volta che mi hanno fatto incontrare mio figlio è stato l’8 agosto 2019 in Toscana, per una sola ora alla presenza di una educatrice videoregistrata.

Giada giunti

Sei costantemente aggiornata sulle giornate, la salute e l’istruzione di tuo figlio? 

Assolutamente no, da 4 anni mi hanno allontanato da mio figlio accusandomi prima di averlo abbandonato al circolo sportivo (la denuncia sporta dal mio ex marito è stata, peraltro, archiviata dal Tribunale Penale) dove praticava sport a livello agonistico e poi di essere simbiotica, tutte motivazioni che non giustificano alcun allontanamento, tanto meno il collocamento in casa famiglia richiesto dal 2010 dal mio ex marito, per punirmi per averlo lasciato. E le due accuse di abbandono e simbiosi sono oggettivamente contrastanti.  Poi dopo mesi in cui non mi hanno fatto mai incontrare e sentire al telefono mio figlio ho iniziato a vederlo una volta ogni quindici giorni per una sola ora in Toscana (percorrevo 800 km al giorno), potevo sentirlo una volta ogni quindici giorni per soli venti minuti in vivavoce.

Successivamente non mi hanno permesso di sentirlo e vederlo per altri cinque mesi a seguito di false relazioni del servizio sociale. Dal 15 dicembre 2016 ad ogni non ho alcuna informazione sulla salute, le scelte, la vita che conduce mio figlio, tranne piccole informazioni che lui riesce a darmi, “sotto sorveglianza”, deve parlare in vivavoce mentre il mio ex marito lo ascolta terrorizzandolo. Addirittura ha subito un’operazione chirurgica senza che sapessi nulla e senza che mio figlio potesse avvisarmi, perché gli è vietato.           

Anche quando è stato portato all’estero, nonostante il Codid-19, mio figlio non ha potuto riferirmelo ed il mio ex marito ha cercato anche di impedirmi la telefonata settimanale. Gli mando dei regali tramite corriere che spesso il mio ex marito rifiuta di ritirare, butta i regali, i bigliettini e messaggi che gli invio, nasconde ogni informazione e se “mi permetto” di raccontargli la verità, interviene, urla, terrorizza mio figlio e gli strappa li cellulare. 

Anche per quanto riguarda la scelta del liceo di mio figlio, gli è stato impedito, vietato dal mio ex marito di scegliere il liceo sportivo che ha sempre desiderato frequentare, attese anche le sue doti sportive. Gli ha anche falsamente riferito che il liceo scientifico e sportivo sono praticamente la stessa cosa!  Il mio ex marito ha tentato di impedirgli la pratica sportiva e l’ingresso al circolo sportivo fin dal 2011 e dal 2017 glielo ha completamente vietato. Mio figlio era considerato un talento del tennis, certificato da esperti, giocava a livello agonistico 3, 4 ore al giorno, era il trentesimo d’Italia dopo soli tre tornei.

Quello che so è che passa le giornate davanti ad una playstation, esce poco, gli viene impedito di praticare lo sport, è recluso in una casa piccola, in una piccola stanza che deve dividere con un altro bambino, addirittura deve dormire in un letto a castello per mancanza di spazio. A casa con me, oltre al mio infinito amore, avrebbe la sua stanza, i suoi attrezzi sportivi, ampi spazi trovandosi il nostro appartamento nel verde, in un parco, l’appartamento è dotato anche di giardino. In sostanza la vita felice, serena, piena di amore, sportiva, impegnata a livello socio/culturale, con corsi di inglese, una vita estremamente dinamica, ma gli è stata completamente stravolta ed impedita. 

Aggiorni ogni giorno le tante persone che ti seguono e che si interessano al tuo caso su tutti i tuoi canali social. Come sta oggi Giada? 

La risposta è semplicissima, malissimo, non ho più una vita senza mio figlio. Uno degli ultimi post su facebook così riporta:  “di cosa hai bisogno per vivere? Esclusivamente di mio figlio”. Ripeto io non ho una vita finché non avrò mio figlio. Ritornerò a vivere solo quando potrò stringere mio figlio tra le mie braccia ed averlo con me. Devo dire che su facebook ho tante persone che mi seguono che ringrazio, madri e padri, perché la mia, la nostra battaglia di genitori, quindi madri e padri insieme deve essere unita. In sostanza né ad una madre e nè ad un padre devono sequestrare il proprio figlio senza una ragione. Io sono sempre stata dalla parte dei genitori e quindi anche dei padri, tanti sono quelli che mi seguono e a cui mi sento di dire grazie per essere veri padri.

La mia storia è seguita anche da vari media, con 209 articoli, di cui 5 programmi tv, 7 libri scritti, mi sono incatenata 2 volte, sono in sciopero della fame, 3 interrogazioni parlamentari, una interpellanza parlamentare, 3 conferenza stampa alla Camera dei Deputati, una risposta della commissione di inchiesta sul femminicidio e sulle violenze di genere, la risposta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha inviato tutto il nostro fascicolo al Csm,  e soprattutto la risposta del nostro ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che alla risposta dell’interrogazione parlamentare dell’onorevole Veronica Giannone ha così sancito “ la volontà del minore (e quindi di voler tornare a vivere con la mamma ) è stata completamente trascurata”. 

Ed ancora in un altro post mi chiedo il motivo di tutto questo accanimento nei miei confronti, di questa persecuzione giudiziaria, dove viene torturato un bambino innocente che non ha mai fatto niente di male; affermo ancora di averle provate tutte, di essere stata aggredita, picchiata dal mio ex marito e non averlo neppure denunciato inizialmente, poi l’ho denunciato mi è stata sospesa la responsabilità genitoriale (le denunce sono state ritenute ”strumentali e di pregiudizio”), ho provato a stare zitta, a parlare, a scrivere lettere, inviti alla pacificazione, al colloquio, al buon senso, alla risoluzione di ogni tipo di contrasto sempre per il bene di mio figlio, ho proposto ben 34 richieste conciliative di cui 8 davanti ai giudici nelle varie udienze , ma sono state sempre perentoriamente non solo respinte, ma è stata la sottoscritta ad essere allontanata da suo figlio. 

Quali speranze hai per i prossimi step e per le decisioni della Corte d’Appello per riportare tuo figlio a casa? 

Dopo la sentenza che io chiamo vergogna del 31 luglio 2019, con cui il giudice ha affidato in via esclusiva mio figlio al mio ex marito solo sulla base delle false relazioni del servizio sociale che hanno dichiarato falsamente che mio figlio voleva vivere con il mio ex marito diversamente dal vero, perché mio figlio piange, si dispera, scrive lettere, scrive messaggi, chiede di poter tornare a vivere con me. Abbiamo presentato immediatamente una richiesta di provvedimento d’urgenza che è stata rigettata dallo stesso giudice che ha emanato la sentenza vergogna. La sentenza è nulla perché mio figlio non è stato mai ascoltato, non sono state prese in considerazione tutte le violenze riscontrate anche dalle cosiddette figure istituzionali nominate dai giudici dei tribunali che hanno diagnosticato al mio ex marito seri disturbi del pensiero, della personalità, narcisista “pur di rovinare la vita alla ex moglie la rovina al figlio “, non distingue la realtà, eccetera eccetera. Non hanno tenuto in considerazione neppure le videoregistrazioni dei miei incontri con mio figlio stabiliti dai giudici, tutti i verbali, che sono la prova che mio figlio vuole tornare a vivere con la sottoscritta. Il giudice nella sentenza ha dichiarato che è “superfluo acquisirli “. Non sono state prese in considerazione, appunto tutte le richieste di mio figlio, le videoregistrazioni che la stessa CTU ha registrato in cui si evidenzia la violenza assistita, quindi tutte le dichiarazioni di mio figlio di essere stato presente alle aggressioni da parte di suo padre su sua madre e tutte le dichiarazioni di essere lui stesso vittima di violenza. 

Anche il noto criminologo professor Alessandro Meluzzi e la dottoressa Notargiovanni di un noto ospedale della Capitale hanno chiesto con alcune relazioni al giudice della Corte d’Appello di rivedere l’affido di mio figlio, dichiarando il pericolo che corre mio figlio affidato ad un uomo violento, oltre a tutti i danni già arrecati, chiedono perentoriamente, dopo aver studiato per due mesi e mezzo tutta la documentazione anche audio e video presente agli atti, di affidarlo immediatamente alla sottoscritta. In questi lunghi 8 mesi la Corte d’Appello ha rigettato ben 8 volte, tutti i provvedimenti di richieste urgenti, ben documentati, ed anche la risposta del ministro della Giustizia che è stata cestinata.

Il 19 novembre 2020 ci dovrebbe essere udienza, è stata inviata una nota dalla presidente del Collegio in cui comunica che l’udienza non si terrà in presenza, ma solo sulla base degli atti. Successivamente, dopo ben 8 rigetti in 8 mesi, abbiamo dovuto necessariamente depositare un atto di ricusazione per gli stessi giudici che emettono sentenze da parecchi anni, ed un’altra richiesta di nullità della sentenza del giudice del divorzio e di tutte le sentenze della Corte d’Appello ed il ritorno al giudice del divorzio. A oggi io non so se l’udienza del 19 novembre si è tenuta o no. Non abbiamo mai avuto una risposta. Io ho scritto anche al Presidente della Corte d’Appello. 

Dopo 10 anni voglio ancora credere nella giustizia. 

Invito il mio ex marito e tutte le persone che si sono occupati della vita di mio figlio, escludendo la sottoscritta, di mettersi una mano sulla coscienza, sul loro cuore e liberare mio figlio, ridandogli quella vita che ogni bambino merita vivere nella estrema serenità, felicità, gioia e amore incondizionato che solo una mamma che lo ha partorito può dargli, senza escludere alcuno. 

Spero sia fatta giustizia, che possa riprendere la mia vita, che mio figlio possa finalmente riabbracciare ed essere amato da sua madre che lo ama più della sua vita. Amo mio figlio più della mia vita e farò l’impossibile per portarlo a casa con me.  

Il 25 Novembre sarà la giornata contro ogni forma di violenza, che cosa pensi? 

Sono anni che si celebra la giornata contro ogni forma di violenza e sentiamo un’escalation di parole, una sequenza di promesse corredate da parole ben formulate da parte di tutte le istituzioni, ma che oggettivamente non hanno nessun riscontro concreto, se non poche eccezioni, perché le donne ed i bambini continuano a morire, con dati emergenziali, ogni anno.

Come sempre le persone fanno la differenza e molti politici hanno effettivamente fatto molto contro le violenze, ma purtroppo non basta, perché dovrebbe essere tutto il Governo unito ed impegnato sotto ogni fronte ad essere compatto. Non ci servono persone che ci raccontano in televisione ovvietà come “la violenza va fermata”, “ci impegneremo”, che “non si può accettare che una donna e bambini possono morire per mano di un uomo violento”. A noi servono fatti, fatti concreti, le parole ad oggi non sono state seguite dai fatti. Non è così difficile risolvere almeno in parte questo drammatico problema del femminicidio, basterebbe agire affinchè venga rispettata la legge. 

Quando parlo di violenze, ci tengo a precisare che non parlo solo esclusivamente delle donne vittime di violenze, ma anche di alcuni uomini, io non faccio distinzione di genere, dico solo che le violenze da entrambe le parti andrebbero sempre perseguite, i bambini non vanno allontanati da nessuno dei genitori senza giusto motivo. Ma purtroppo la percentuale ci dice che la maggior parte delle vittime sono donne e bambini, per cui ringrazio quegli uomini veri, quei padri veri che amano i propri figli e darebbero la vita per loro, diversamente spero che gli uomini violenti così come pure le donne violente vengono fermate, perché solo in quel caso, si evitano femminicidi e figlicidi. 

E inutile girarci intorno, dobbiamo essere chiari, altrimenti non risolveremo mai il problema delle violenze sulle donne sui bambini. 

Quindi, in sostanza o denunci o non denunci è esattamente la stessa cosa, la gravità sta nel fatto di cercare di evitare di entrare in questo sistema criminale, ma se ci entri ci rimarrai per anni ed è molto molto complicato uscirne. Io, comunque denuncerei altre mille volte, perché credo in tantissimi magistrati.  Detto questo io invoco, quella la parte della magistratura, onore a loro, che continuino a proteggere fattivamente e concretamente donne e soprattutto bambini. Stanziare ulteriori risorse economiche nel formare il personale che si occupa di violenze sulle donne può avere un senso, ma non la risoluzione dei femminicidi e violenze. 

Ti ringraziamo per il tuo tempo e per la voglia di giustizia e di normalità che solo una madre può desiderare per suo figlio. 

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