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Letture per rintanati

Leggere è sicuramente una buona attività!

È indubbio! Di questi tempi sarà capitato a chiunque, forse più di una volta, esclamare con rabbia o con rassegnazione o con sconforto di sentirsi rintanato. Speriamo, usando le parole di G. Verga a proposito di zio Crocifisso, non soli, ed esclusivamente, “al buio, a recitare paternostri e avemarie” (G. Verga, I Malavoglia).  

Leggere è sicuramente una buona attività! La Letteratura può dare ottimi stimoli e suggerire come dominare noi stessi in questa difficile situazione. 

E allora forza! Magari tra gli scaffali della libreria di casa, o nella soffitta, potremo ritrovare qualche vecchio buon classico. Chissà, forse, appartenuto ai nostri genitori o addirittura nonni. Oppure, semplicemente, potremo scaricare un buon e-book. 

Chi è più fortunato, potrà trovare un certo senso di evasione rispolverando la vecchia ma intramontabile storia di Des Esseintes. Ve lo ricordate?  L’unico aristocratico personaggio di quel romanzo che fu la bibbia dei romanzi decadenti. Il capolavoro di Joris-Karl Huysmans, Controcorrente (1884). Quell’uomo che, come se sul confine della razionalità, in profonda crisi esistenzialista, decide, rifiutando la mediocrità del suo tempo, di ritirarsi in una casa di campagna e qui in solitudine immergersi nell’arte e nella letteratura e così viaggiare in nuovi spazi, senza confini, in altri tempi, senza ore. Poi, ad un certo punto deve fare ritorno a Parigi. Be’, quello che succederà potrete scoprirlo leggendo o rileggendo.

Restando in tema di spleen esistenziale e di uomini rinchiusi, torna alla mente L’Inferno di H. Barbusse. La storia è quella di un uomo nullafacente che decide di vivere in una camera d’albergo. Non c’era il covid-19 ma, evidentemente, si può sentire la necessità di isolarsi lo stesso. Scherzi a parte, questo trentenne scopre che sul soffitto, sopra la porta, c’è una luce scintillante. Attratto si avvicina per guardare. Comincia così, in una dimensione nascosta, attraverso lo spiare la vita degli altri, la ricerca della libertà. Una scrittura simbolista che tanto dice anche di quella luce che viene dalle nostre mani quando guardiamo, attraverso lo smartphone, i social sia quando siamo in solitudine, forzata o no che sia o, ahimè, anche quando siamo in compagnia.

Gli esempi potrebbero continuare all’infinito, ma, è tempo di avviarsi alla conclusione. 

Mi piace indicare  al tempo dell’#iorestoacasa, del covid-19 e delle sue paure come estremamente necessaria la lettura del racconto di Franz Kafka che ha per titolo, nella traduzione italiana, La tana. Come dicevamo all’inizio: siamo tutti rintanati.

Tra l’altro, farà sorridere ricordare, che non tollerando i rumori, Kafka non riusciva a lavorare a casa. Il 17 dicembre 1910 scrive all’amico Max Brod: “Quando a sinistra cessa lo strepito della colazione, inizia a destra lo strepito del mezzogiorno, ovunque vengono aperte porte, come se la pareti venissero sfondate. […] Non riesco a scrivere.”. Chissà, magari con i rumori di casa, dei nostri familiari, ne risentirà il nostro smart working, ma coraggio, ce la faremo! andrà tutto bene!

Nel leggere La tana si ha la sensazione di ascoltare i pensieri intimi e reconditi di una talpa. Presto però ci si accorge che quel lungo monologo ben aderisce ai pensieri che, talvolta, si rincorrono nella nostra mentre, oggi più di ieri. Questa ignota, ibrida creatura ha trascorso la sua vita costruendo il suo rifugio sotterraneo, ha ammassato provviste e ora cerca di godere il piacere del silenzio della propria tana; (… Il silenzio di casa Kafka, potrebbe essere il titolo di un bel romanzo).

Vive però nella paura di un nemico mai visto, un nemico che può irrompere all’improvviso e rubare quella pace, così in un tormento che sembra bollire come lava riflette quale atto di difesa mettere in scena. Le paure si accumulano, la tana è grande. Il pericolo è invisibile, può sopraggiungere da qualunque parte. “Ah! che cosa non potrebbe accadere!” esclama intimorita. Poi tende l’orecchio, cerca di ascoltare da dove possa venire il pericolo. Ascoltare, ascoltare, una vera ossessione che genera nuove paure e nuove rincorse. … dai meglio leggere direttamente Kafka che, però lo anticipo, lascia il racconto incompleto. 

Noi, però, sappiamo e speriamo: #andratuttobene #celafaremo. 

Buona lettura!

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Scritto da Liberato De Vita

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