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CORONAVIRUS, GLOBALSURG COLLABORATIVE, IL COVID AUMENTA LA MORTALITÀ POST-OPERATORIA, RINVIARE GLI INTERVENTI PUÒ SALVARE LA VITA

Pubblicati su Anaesthesia i risultati del primo studio al mondo sul timing post-operatorio condotto in 116 paesi su 140.000 casi intervento

L’infezione peri-operatoria da SARS-CoV-2aumenta la mortalità postoperatoria ma i pazienti con sintomi dopo i 7 giorni successivi alla diagnosi di infezione potrebbero trarre vantaggio da un ulteriore ritardo della chirurgia. A dimostrarlo è uno studio internazionale, multicentrico, condotto dal gruppo GlobalSurg Collaborative sulla migliore determinazione possibile del timing ideale per la chirurgia nei pazienti affetti da infezione da SARS-CoV-2 pubblicato su Anaesthesia, prestigiosa rivista scientifica internazionale con impact factor 5.7.
Si tratta, in particolare, del più grande studio prospettico mai pubblicato che ha coinvolto ben 116 Paesi, 1.674 ospedali ed oltre 140.000 pazienti. Oltre 15.000 gli autori coinvolti.

La ricerca, che studiando la mortalità post-operatoria a 30 giorni in pazienti che ricevevano interventi chirurgici di elezione o di emergenza nel mese di Ottobre 2020, ha comparato quelli con infezione preoperatoria a quelli senza infezione, ha dimostrato che, quando possibile, la chirurgia dovrebbe essere ritardata di almeno 7 settimane successive all’ infezione da SARS-CoV-2. E che, in definitiva, in pazienti con sintomi dopo i 7 giorni successivi alla diagnosi di infezione, un rinvio dell’intervento chirurgico potrebbe ridurre sensibilmente l’incidenza della mortalità post-operatoria.
“Per numero di pazienti, Paesi e ricercatori coinvolti, questo sul timing chirurgico in pazienti affetti da Covid 19 è senz’altro lo studio più vasto di sempre, in assoluto – sottolinea Giuseppe Giannaccare docente di oftalmologia dell’Università degli Studi di Catanzaro, tra gli autori dello studio -. Una ricerca che assume una valenza particolarmente importante in campo oftalmologico che sappiamo essere caratterizzato da enormi volumi chirurgici”.


“I risultati sono chiari – rimarca Claudio Iovino, ricercatore presso l’ Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli -:indipendentemente dal tipo di chirurgia, i pazienti operati entro le sei settimane dalla diagnosi di infezione da Sars-Covid2 presentano un alto rischio di mortalità post operatoria a 30 giorni. In questi pazienti è preferibile ritardare l’intervento chirurgico di almeno sette settimane”.

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