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#coronavirus: Prevenzione e terapia – di G. Fuccio Sanzà

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Ascoltate e condividete tutti, per favore.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28464004https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32203968https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32033000https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31913874https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31701079https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31684930https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31450894https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31439177https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31397760https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31295461https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30481900

Pubblicato da Studio Medico Orlandini su Mercoledì 25 marzo 2020

Ho appena ascoltato il video messaggio del collega Orlandini che condivido totalmente e desidero, sotto lo stimolo del Dottor Gaetano Sottile, aggiungere questa mia riflessione in merito ai consigli di prevenzione e terapia
per questa epidemia causata dal coronavirus.

Come affermato dal mio caro collega Angelo Micozzi e da me condiviso, la maggiore incidenza degli aggravamenti dei pazienti infettati è dovuta ad un pregresso contagio col Micobatterio della Tubercolosi.

Infatti, il 25% della popolazione mondiale statisticamente ha avuto un contagio con questo batterio, la maggior parte in forma asintomatica e con una presenza latente del batterio nell’organismo incistato in forma incapsulata da un granuloma formato dalle nostre cellule difensive macrofagi e linfociti.
Il contagio con il virus riattiva questo micobatterio che contribuisce ad aggravare l’infezione virale. Infatti se si confronta il quadro radiografico del torace e delle Tac dei pazienti in rianimazione è sovrapponibile al quadro radiografico degli infettati da tubercolosi nelle fasi terminali e più gravi della malattia. Questo spiega le morti di pazienti giovani e senza apparenti patologie associate e
soprattutto la resistenza dei bambini che non hanno potuto avere ancora un pregresso contatto col batterio tubercolare.

Inoltre da uno studio statistico cinese risulta che in percentuale risultano più infetti e decessi in pazienti di gruppo sanguigno A e gli uomini sono più sensibili delle donne che sono più protette dagli ormoni estrogeni.
Oltre a questi fattori statistici che non sono influenzabili dai nostri comportamenti si può fare una prevenzione alimentare seguendo una alimentazione che tenga conto del proprio gruppo sanguigno limitando alcuni alimenti e privilegiandone altri, un corretto stile di vita riducendo al minimo lo stress e praticando una moderata e costante attività fisica.

Inoltre fa parte della prevenzione una buona salute intestinale dove risiede il 90% del nostro sistema immunitario, trattando la disbiosi intestinale con dei buoni
fermenti in forma gastroresistente a base di lattobacilli e bifido batteri.
La prevenzione va integrata anche con preparati a base di Lisozima un potente antivirale e antibatterico naturale presente nelle lacrime nella saliva e nel colostro, la lattoferrina, l’alfalattoalbumina, delle tinture madri da alcune piante come l’echinacea, l’astragalo, l’andrographis, l’uncaria che attivano maggiormente linfociti e macrofagi le nostre cellule difensive.

Anche gli antiossidanti come la papaya fermentata, il glutatione ridotto, il resveratrolo, contribuiscono a rinforzare l’organismo assieme alle vitamine C,D,E,A, gruppo B ed ai minerali zinco e rame. L’omeopatia ci viene in aiuto in questa fase con l’uso del Sulfur alla diluizione 30 ch granuli, (sciogliere 10 granuli in una bottiglia di acqua e bere mezzo bicchiere mattino e sera dinamizzando una decina di volte ogni volta prima di assumerlo continuando per un paio di settimane).


La fase di prevenzione viene completata dalla cosa più importante, il blocco del recettore del virus che ne permette l’ingresso nella cellula umana per la sua
replicazione. Esistono degli anticorpi monoclonali anti recettore, simili molecolari del coronavirus, che riducono la possibilità di aggancio del virus al recettore di
membrana della cellula umana che permetterebbe al virus l’ingresso nella cellula stessa.

Questi anti recettore sono presenti sul mercato, grazie all’intuizion dell’immunologo Micozzi, in forma di fiale orali numerate nominate:

Anti CD 13 fiale e Anti CD 26 fiale. Presenti in confezione di 20 fiale alle diluizioni 6 LM, 18 LM, 30 LM. Vengono assunte una fiala sublinguale al mattino (anti cd 13), una fiala la sera (anti cd 26) iniziando dal numero 1 ogni giorno fino ad arrivare al numero 20, (quindi per 20 giorni). Si può iniziare con la diluizione 6 LM per passare poi alla 18 LM ed alla 30 LM.

Tutto ciò va fatto se si è in salute, se si è potenzialmente infettati senza saperlo, se si presentano sintomi come tosse, mal di gola, febbre, raffreddore, prima che subentri un eventuale aggravamento con sintomi di dispnea e insufficienza respiratoria per il coinvolgimento del tessuto polmonare.
A questo punto se la situazione precipita il danno principale non è quello solo quello diretto del virus, ma soprattutto i danni della montata infiammatoria scatenata dal virus tramite una citochina, l’interleuchina 6 che determina la impossibilità degli scambi dell’ossigeno con il sangue negli alveoli polmonari determinando la morte.
La vitamina D come sostiene il collega Orlandini nel video ha la funzione (oltre al sostegno immunitario) di ridurre la liberazione di interleuchina 6, quindi è importante anche in questa fase.

Condivido in pieno quindi anche l’uso del farmaco Tocilizumab nei reparti di rianimazione che ha l’azione di bloccare l’infiammazione scatenate dall’interleuchina 6. Invece hanno dato risultati contrastanti l’uso degli antivirali come il Remdesivir usato anche per l’Ebola o del Lopinavir e Ritonavir usati per l’Hiv, e l’uso di Interferone, di Gamma globuline.

Voglio terminare questa breve riflessione sottolineando in questi momenti l’importanza della fede e della preghiera per la loro azione sulla serenità della mente e sull’equilibrio immunitario, sulla certezza della vita eterna e del disegno Divino per ognuno di noi.

Dott. Giuseppe Fuccio Sanzà

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