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Ho incontrato online Oliviero Toscani e come sempre ha lasciato il segno.

Un grande personaggio. Ricco di storie ed incontri incredibili.

Succede spesso oramai che alcuni importanti personaggi del mondo della comunicazione scelgano di attivarsi su un social network per stringere contatti, osservare, esprimersi o “sperimentare” con le persone.
La sperimentazione è il caso che riguarda certamente Oliviero Toscani, fotografo di fama internazionale, molto discusso per le sue campagne pubblicitarie e le sue modalità di pensiero che spesso destano non poche polemiche in tutti i campi.

Ha lavorato per marchi e realtà come Chanel, Fiorucci, Prenatal, Ministero della Salute, Polizia di Stato e sopratutto Benetton, brand del quale ha indissolubilmente segnato il carattere ed il linguaggio comunicativo e che ha dovuto lasciare nel Febbraio di quest’anno per delle affermazioni risultate “gravi” che avrebbero messo in cattiva luce l’azienda.

Figlio d’arte (suo padre Fedele Toscani è stato il PRIMO fotoreporter del Corriere della Sera) riceve innumerevoli premi e riconoscimenti da ogni parte del globo. Questo lo consacra certamente come uno dei “creativi” (lui non ama affatto essere definito tale) più influenti ed originali dei nostri tempi.

Io amo definire le sue campagne come lavori che puoi amare, criticare, per le quali puoi scandalizzarti o indignarti ma che di certo non puoi DIMENTICARE. Perchè lui entra nel cuore della pura comunicazione, abbattendo regole e status, togliendo di mezzo tutto ciò che è banale, superficiale, inutile. Da ogni suo lavoro scaturisce inevitabilmente la sua anima. Lui è il fotografo che fa posare modelli nudi per un brand di abbigliamento.

Toscani con Andy Warhol, il padre della “Pop Art”

Un grande personaggio, insomma, ricco di esperienze e di storie incredibili, vincitore di presitogiosi premi come ben 4 Leone D’oro al Festival Internazionale della Pubblicità di Cannes, il gran premio dell’UNESCO, molti riconoscimenti degli Art directors club di New York, Tokyo e Milano. Incontri importanti e memorabili che hanno caratterizzato la sua vita e carriera come la collaborazione da giovane con Andy Warhol, qui accanto inquadrato con lui a braccetto. Nella foto Toscani sembra uscito da un vecchio mezzo film di serie B mentre Warhol somiglia solo a Warhol! Toscani ha insegnato Comunicazione Visiva in due Università e scritto 3 libri sulla comunicazione.

Fotografo assolutamente sopra le righe ed imprevedibile insomma.

In un’intervista affermò di non amare il contesto di “studio” prestigioso ed eccessivamente strutturato: “C’è il problema dei collaboratori, dei manager, della moquette che non va mai bene, del cambiare le lampadine che saltano e della carta igienica che finisce […] avrei potuto avere dei grandi studi a Parigi o altre città come i miei colleghi e per me sarebbe stato più facile lavorare ma non mi interessano queste cose, mi interessa la libertà. “

“I tre cuori – White/Black/Yellow” opera di Oliviero Toscani per una campagna contro il razzismo. Foto esposta (insieme ad altre) al Mar Museo D’arte di Ravenna lo scorso anno.

Oliviero prova divertimento in modo naturale a mettere ogni cosa in discussione, senza nessuna esitazione e con una spiccata capacità di smontare pressochè tutto e tutti per poi cercare di tirarli di nuovo su in una forma diversa, autentica, originale.
Cosa che in 10 minuti ha cercato di fare anche con me.
C’è tanto da imparare, per coloro che gli si avvicinano, però, con lo spirito giusto e con tanta voglia di mettersi in discussione senza paura, assumendosi il rischio, giocando con se stessi, prendendosi in giro.

Veniamo a noi. Sono stato “tirato su” da lui stesso per caso in una sua diretta Instagram e dopo avergli fatto una buona prima impressione (non è da me), con non poche difficoltà nel “tenere la conversazione”, tra affermazioni imprevedibili, battute e provocazioni sul mestiere di “Creative Director”, sono riuscito a chiedergli qual è stata la cosa più importante che ha imparato dopo tanti anni di collaborazione con Benetton. C’è da divertirsi! (seguimi su www.ludovicoalbano.com)

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Scritto da Ludovico Albano

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