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Immobilismo e incertezza, non possono esistere entrambi

Mentre il settore dell’auto sta affrontando una forte crisi a causa della pandemia, gli organizzatori del salone di Ginevra hanno deciso di annullare anche l’edizione 2021 perché ritengono che le aziende abbiano bisogno di tempo per riprendersi e che non ci siano le condizioni per garantire sicurezza agli oltre 600mila visitatori e 10mila giornalisti che ogni anno affollano il salone.

Giusto? Sbagliato? Precipitoso? Non saprei.

L’unica cosa certa è che l’incertezza ha bloccato qualcosa di importante anche per il 2021. Come sarà per il resto delle attività? Davvero c’è il rischio che nel 2021 non ne verremo fuori da questa storia?

Personalmente ritengo che l’idea non debba nemmeno sfiorarci perché l’unica cosa che dobbiamo evitare è che l’immobilismo affianchi l’incertezza. Così davvero non ne uscirai più. Nemmeno con il vaccino.

Ieri giornata positiva sui mercati. Parrebbe che gli investitori ignorino (vabbè ma settimana scorsa ne hanno attribuito un peso adeguato) l’aumento dei casi di coronavirus in alcuni Stati e regioni del Mondo, puntando invece su una continuazione delle politiche di sostegno all’economia (specie in USA).

Durante il weekend, i casi globali di coronavirus hanno oltrepassato quota 10 milioni mentre i decessi sono superiori ai 500.000. Il petrolio sale in scia ai dati macroeconomici provenienti da Asia ed Europa che mostrano un miglioramento della congiuntura.

In Europa, la vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager, responsabile della politica di concorrenza, ha affermato che ‘le microimprese, le piccole imprese e le start-up sono fondamentali per la ripresa economica dell’Unione. Sono stati particolarmente colpiti dalla carenza di liquidita’ causata dall’epidemia di coronavirus e hanno maggiori difficolta’ ad accedere ai finanziamenti. Oggi abbiamo esteso il quadro temporaneo per consentire agli Stati membri di sostenere ulteriormente queste societa’. Abbiamo anche introdotto condizioni che forniscono incentivi agli investitori privati per partecipare a ricapitalizzazioni a fianco dello Stato, riducendo cosi’ la necessita’ di aiuti di Stato e il rischio di distorsioni della concorrenza. Infine, ricordiamo che gli aiuti di Stato non devono essere concessi a condizione della ricollocazione della produzione o di un’altra attivita’ del beneficiario da altre parti della nostra Unione – perche’ il mercato unico e’ la nostra piu’ grande risorsa. Continuiamo a lavorare a stretto contatto con gli Stati membri per aiutare le imprese europee a superare questa crisi e a riprendersi fortemente, mantenendo condizioni di parita’ a vantaggio di tutti i consumatori e le imprese europee. In linea generale le imprese che prima di fine 2019 si trovavano in difficolta’ non possono beneficiare del nuovo quadro temporaneo che facilita gli aiuti di Stato. Nel caso delle pmi e delle microimprese, la flessibilita’ di applichera’ a meno che tali societa’ non siano in procedura di insolvenza, abbiano ricevuto aiuti per il salvataggio che non sono stati rimborsati o siano soggetti a un piano di ristrutturazione ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato. La Commissione indica che ‘date le loro dimensioni limitate e il loro coinvolgimento nelle transazioni transfrontaliere, gli aiuti di Stato temporanei a micro e piccole imprese hanno meno probabilita’ di falsare la concorrenza nel mercato interno rispetto agli aiuti di Stato a societa’ piu’ grandi’.

Una buona notizia.

Buon caffè e buona giornata!

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Scritto da Vincenzo Lettieri

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