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Pochi, maledetti e subito. Te li devo restituire? Entro 10 anni allo 0,1%? Vabbè!

La prima settimana di maggio si chiude con i botti, in tutti i sensi. L’azionario festeggia dappertutto, in Europa, negli States e in Asia come si legge in tabella. Milano guadagna l’1,13%, Francoforte l’1,35% (e te credo! vabbè tra poco vi farete un’idea), l’S&P500 vola come tutto il resto.

Il btp sale all’1,83%, lo spread cala a 236, il vix anche e dell’11%. Il future del greggio con scadenza a giugno vale 24,74 dollari in aumento del 5% rispetto al dato precedente.

Eppure.

Eppure, ad aprile negli Stati Uniti sono andati persi 20,5 milioni di posti di lavoro.

20,5 milioni di posti di lavoro.

Il tasso di disoccupazione, dopo delle annate favolose per gli USA, ora ha raggiunto il 14,7% ed è molto probabile che a maggio salirà ancora, come ha riferito ieri Larry Kudlow, il consigliere economico della Casa Bianca, che tra le altre cose ha anche detto di aspettarsi una ripresa nella seconda metà dell’anno e auspica che il 2021 possa essere un “anno fantastico” per l’economia statunitense con una “grossa, grossa, grossa ripresa”.

La speranza. La vita. La dignità. Infine, la realtà.

Ma si, è ovvio, è stato tutto assorbito dai mercati già nei giorni precedenti e l’euforia di queste ultime giornate è da ricondurre anche a questi segnali lanciati dalle istituzioni. Evidentemente non ci vuole niente a chiudere un’azienda e subito dopo riaprirla. È una sciocchezza. Già perché dovete capire che quando tu ora chiudi e licenzi, poi riaprirai e riassumerai perché è tutto semplice: hai il governo che ti dà una mano, le banche che compiono gesti d’amore, i fornitori che aspettano, il fisco che “piove o non piove questo è il mio passo”, quindi tranquilli, chiudiamo ma poi riapriremo, in fondo abbiamo sempre detto che avremmo voluto trascorrere più tempo in casa, a fare l’orto, a parlare con i bambini, a fare la spesa. No? Dai dai, adesso passa tutto e riapriremo più forti di prima. Su, ottimismo.

Questo non è ottimismo. Questa è follia.

Andiamo avanti?

Ma certo.

Ieri l’Eurogruppo ha decretato: partiamo con il mitico Pandemic Crisis Support. Ogni Paese dell’Eurozona può chiedere in prestito fino al 2% del proprio PIL per il finanziamento diretto e indiretto delle spese sanitarie, la cura e la prevenzione. Wow. Per l’Italia significa che stanno per arrivare 36 miliardi di euro. Wow.

Ma c’è anche una buona notizia: i soldi li devi restituire entro 10 anni ma ad un tasso basso, bassissimo, quasi a zero (0,1%). Wow. Super wow.  

Insomma, c’è un casino bestiale in giro e vengono date monetine ai Paesi ma solo per le spese sanitarie e poi devono anche essere restituiti.

Allora, mi spiego. È quantomeno qualcosa che si sia giunti a una soluzione. 36 miliardi sono meglio di niente e va bene così. Ma se poni il vincolo di come devono essere spesi ed è per una cosa sacrosanta quantomeno fa un gesto di solidarietà e dì che questi soldi sono a fondo perduto per tutti. In fondo siamo un’unica famiglia e i figli stanno chiedendo ai genitori di pagare una visita specialistica e poi dovranno restituire anche i soldi.

Boh.

Comunque, ieri si sono tutti affannati a dire che la sorveglianza sarà morbidissima. Insomma, fa come te pare tanto non ti dico niente. Le classiche cose che si fanno in famiglia quando non si vogliono creare discussioni.

Vabbè andiamo avanti.

Un po’ di realismo lo riporta la Lagarde che ieri ha detto che “ogni Paese deve poter rispondere come necessario alla crisi”. “Nel nostro scenario medio che prevede un calo del pil dell’8%, il fabbisogno di finanziamento pubblico aggiuntivo nell’area dell’euro quest’anno derivante dalla recessione e dalle misure fiscali richieste per contrastare la crisi potrebbe superare il 10% del Pil dell’area dell’euro. Cio’ porterebbe all’emissione aggiuntiva di debito a causa della pandemia fra 1000 e 1500 miliardi di euro nel solo 2020. Come Unione dobbiamo essere preparati per questo futuro. Poiche’ nessuno e’ responsabile di questa crisi, dobbiamo garantire che non ci siano vincoli indebiti a limitare le nostre risposte politiche. Non tutti i paesi devono reagire allo stesso modo ma ognuno deve essere in grado di rispondere come necessario. Altrimenti, rischiamo di allargare le asimmetrie e di uscire da questa crisi con una maggiore divergenza economica”.

Ognuno deve essere in grado di rispondere come necessario. Gentile Presidente, non sarà mai così.

Intanto tra la von der Leyen e Centeno si fa confusione sui numeri. Per la prima l’Europa sinora ha messo in campo risorse per 3 mila miliardi (boh), per il secondo 4 mila. Boh di nuovo. Fatto sta che finora i soldi veri li ha messi la Fed negli Stati Uniti e la gente li ha visti.

Prima di chiudere qualche notizia flash:

  • Federazione Moda Italia-Confcommercio ha appreso con soddisfazione la decisione della Conferenza delle Regioni di posticipare la data di avvio dei saldi. 
  • Blackrock ha il 5,048% del capitale di Intesa Sanpaolo.
  • Cina e Stati Uniti si impegnano ad attuare la cosiddetta “fase 1” dell’accordo sul commercio siglato a gennaio, malgrado la pandemia del Covid-19.
  • Per continuare ad aiutare coloro che sono in prima linea nella lotta contro il coronavirus, Fiat Chrysler Automobiles ha annunciato l’intenzione di aumentare la produzione di mascherine facciali triplicando la capacita’ iniziale del suo stabilimento Comau, in Cina, precedentemente attrezzato per produrre oltre 1 milione di mascherine facciali al mese. 

Buon week end e, nonostante tutto, w l’Europa!

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Scritto da Vincenzo Lettieri

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