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Chi ha un passato e rischia il futuro deve essere ascoltato

Altra giornata positiva sui mercati europei quella di ieri. Non si può dire la stessa cosa per gli Stati Uniti dove, nonostante l’irrilevanza delle percentuali, il segno rosso ha regnato sull’S&P, Nasdaq e al Dow Jones.

Se a volte, ai più, gli industriali italiani possono apparire come presuntuosi e arroganti, è anche vero che il Paese deve loro riconoscere lungimiranza, passione, talento e capacità di rischiare ogni giorno passato (la propria storia) e futuro (quello dell’azienda, dei dipendenti e il loro personale). Pertanto, è giusto che la politica tenga in gran conto il loro pensiero e le loro istanze, oltre che i loro suggerimenti di cui sono pieni i giornali, ogni giorno. A tal proposito riporto un passaggio del neo presidente di Confindustria, Bonomi, che condivido pienamente (ve ne sarete resi conto con la Tazzulella di ieri): “vedo giustamente la classe politica, non parlo di Governo, parlo di ceto politico, molto concentrato sull’emergenza, ma con zero visione e zero strategie su dove dobbiamo andare. (…) Ci sono dei nodi fondamentali sull’Italia che sarà che dobbiamo affrontare oggi” su settori chiave come “automotive, fisco, lavoro, infrastrutture, mondo dell’acciaio”. Tante le questioni che “dobbiamo affrontare slegati e scevri da ogni interesse di parte e dividendo elettorale”, ribadisce Bonomi secondo il quale questa è “forse l’ultima grande opportunità per il Paese che, proprio per questo, “non va assolutamente sprecata”.

Non ha ragione. Di più.

Sempre in Italia, Cottarelli ha detto che l’eccezionalità della crisi giustifica misure eccezionali” e “politiche espansive anche in un Paese come il nostro sono assolutamente necessarie”, anzi ci sarebbero “maggiori rischi in mancanza di un intervento”, ma “se avessimo avuto un debito più basso avremmo affrontato meglio” l’emergenza Covid-19. A preoccupare è in particolare le troppe “misure micro e ad hoc, che poco hanno a che fare con la crisi attuale e hanno dubbi effetti espansivi”. Alcune misure di sostegno al reddito “sono eccessivamente temporanee, come la Cig Covid, il bonus per gli autonomi, il reddito di emergenza: a meno di una uscita rapida dalla crisi sarà quasi certamente necessario intervenire con ulteriori misure di sostegno al reddito”.

Collegatelo a Bonomi se volete. Ha ragione da vendere anche lui che richiede un “grande piano di investimenti pubblici” con “un’accelerazione già quest’anno”, ma facendo particolare attenzione al ruolo di Cpd e a non rendere permanente “l’ingresso temporaneo dello Stato nella proprietà delle imprese momentaneamente in crisi”.

Infine, negli USA, il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, ha detto che l’economia rimbalzera’ fortemente nella seconda meta’ dell’anno ma potrebbe ‘sorprenderci positivamente a luglio.

Speriamo, speriamo e speriamo. Ciascuno di noi deve fare la propria parte per renderlo possibile.

Flash:

  • Dal 27 maggio, AKO Capital ha incrementato lo short selling su IMA dall’1,02% all’1,10%. 
  • Il gruppo automobilistico Renault punta a tagliare circa 15mila posti di lavoro nel mondo, di cui 4.600 in Francia.

Buon caffè e buona giornata!

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Scritto da Vincenzo Lettieri

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