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Contagi, dazi e FMI. Calano le borse

Lunedì, con i PMI, le borse hanno avuto un motivo per registrare performance positive ma in realtà i casi di contagio, soprattutto negli Stati Uniti e in America Latina, erano già consistenti e preoccupanti.

Ieri sono calate a causa proprio di questi ultimi che hanno fatto tornare in primo piano i timori per la ripresa dell’economia confermati dal Fondo monetario internazionale che nell’aggiornamento al World Economic Outlook ha detto di aspettarsi una contrazione del 4,9% del Pil mondiale nel 2020 (peggio del -3,0% pronosticato ad aprile). Il Fondo ha tagliato le stime per tutte le economie principali, inclusa quella Usa (che dovrebbe contrarsi dell’8,0% quest’anno).

Ieri, gli Stati Uniti hanno registrato oltre 35.000 contagi, il piu’ alto numero di nuovi casi giornalieri di nuovo coronavirus da aprile e il terzo giorno peggiore dall’inizio della pandemia. I casi sono in aumento in oltre 20 Stati del Paese, soprattutto nel Sud e nell’Ovest.

Secondo gli ultimi dati, il tasso di trasmissione del virus negli USA è sopra l’1% in 29 stati su 50 e non è una cosa positiva per la curva di contagio per le prossime settimane. Addirittura, in Arizona l’Rt è pari al 6,9% dell’Arizona in California al 4,3%. L’Europa  sta considerando di bloccare gli ingressi dagli USA quando riaprirà  le frontiere il  primo luglio.

La situazione è “preoccupante” anche in UE con la  Svezia che conserva un ritmo di crescita rapido e ha ormai più  casi per milione di abitanti del resto d’Europa. Il Portogallo, poi, ha deciso di ripristinare le misure restrittive a Lisbona.

Vedremo dove andremo a finire nei prossimi giorni.

Altro tema preoccupante, è l’ipotesi di tariffe supplementari per 3,1 mld su beni di importazione europea da parte USA. La Commissione Ue si e’ detta ‘preoccupata’. Sotto tiro prevalentemente esportazioni di Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. La mossa americana si inserisce nel quadro del caso dei sussidi pubblici europei ad Airbus e degli Usa a favore di Boeing, caso di cui si occupa l’Organizzazione mondiale del commercio.

Materie prime.

Il petrolio ha accentuato le perdite dopo un rialzo maggiore delle attese delle scorte Usa. Stando al dipartimento dell’Energia, gli stock di petrolio sono aumentati di 1,442 milioni di barili a 540,722 milioni di unita’, contro attese degli analisti per un rialzo di 0,6 milioni di barili.

Sul fronte aziendale poi, stanno soffrendo i titoli delle aziende che maggiormente hanno beneficiato, nelle ultime settimane, della riapertura delle attivita’ negli Stati Uniti, a partire da compagnie aeree e marittime.

Oggi niente flash.

A domani e buon caffè! Mi raccomando, amaro.

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Scritto da Vincenzo Lettieri

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