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Pastore J. Escobar (Spagna), COVID-19: “MOLTI ALBERI SONO STATI ABBATTUTI MA LE NOSTRE RADICI SONO SANTE”

Lo scorso marzo, poco prima del lockdown causato dalla pandemia, il Pastore Juan Escobar era impegnatissimo per i preparativi del congresso mondiale della comunione globale delle “Assemblee di Dio in Italia”, al quale era prevista la partecipazione di un folto gruppo di credenti italiani. 

Un convengo molto atteso, anche per il rinnovo delle cariche rappresentative della “World AoG Fellowship”. Ma l’arrivo del Covid-19 ha imposto il rinvio del congresso. 

Il pastore Juan Escobar, molto conosciuto anche tra i credenti italiani, ricopre la carica di presidente delle “Assemblee di Dio in Spagna”. Ha una lunga esperienza pastorale ed il suo ministero profetico e’ molto apprezzato. L’abbiamo raggiunto per questa intervista esclusiva a Real Inside Magazine. 

Pastore Escobar, dalla Spagna ci giungono dati preoccupanti, e’ uno dei paesi europei più colpiti dal Covid-19. Ci sono stati molti casi anche tra i fedeli delle chiese delle Assmeblee di Dio in Spagna ? Raccontaci come vanno le cose tra i nostri fratelli e sorelle spagnoli … 

La Spagna è il quarto paese nel mondo ed il primo in Europa per numero di morti e contagiati, se non prendiamo in considerazione il Regno Unito. Parliamo di circa 64 morti ogni centomila abitanti. Una tragedia. Sfortunatamente, i focolai ci stanno portando ad un totale di infezioni giornaliere che supera i 3500 contagi. 

Ahimè, anche tra i credenti ci sono state molte vittime, e molti altri che sono stati infettati. Precisamente, in questo momento che i focolai stanno emergendo per tutto il paese, abbiamo diversi fratelli e pastori che sono in quarantena perché positivi al Covid-19. 

Come state fronteggiando questa emergenza? Le chiese sono chiuse ? Avete adottato un piano nazionale ? 

Credo che la maggior parte dei pastori abbia accettato questa pandemia con la certezza che lo Spirito Santo voglia più che mai in questo periodo parlarci e preparare la Chiesa per un nuovo scenario che implica un profondo rinnovo, della chiesa in generale e dei ministeri in particolare. Allo stesso tempo, come credenti, abbiamo l’opportunità di diventare un esempio di responsabilità davanti alla collettività, poiché rispettiamo le norme di sicurezza. Ma, prima di tutto, dobbiamo trasformare la nostra fede in azioni concrete per diventare, come Gesù ha detto in Matteo 5, quella luce che risplenda nei cuori la realtà di un Dio che si preoccupa dei più bisognosi attraverso il nostro operato.

Per quanto riguarda un piano nazionale, dalla Federazione Nazionale delle Entità Religiose, sono state adottate delle misure che sono state abbracciate da tutti i movimenti evangelici, con un grande senso di responsabilità. Inoltre, durante il lockdown, siamo stati in regolare contatto con tutte le regioni del paese e abbiamo verificato che nonostante la crisi, le chiese siano riuscite a reagire in modo esemplare.

In una recente intervista a Real Inside, il pastore Dominic Yeo, ha detto che la chiesa oggi deve concentrarsi sul discepolato dei credenti, per cercare di non indebolire la fede dei credenti in questo periodo così difficile. Sei d’accordo ? In che consiste questo discepolato ?  

Sono completamente d’accordo. Precisamente, mi sono reso conto che, parlando con molti pastori e leader nel mio paese e nel mondo, molti credenti non sono stati discepolati correttamente, ed in questo periodo hanno perso il focus delle loro priorità, hanno indebolito il loro impegno nella Chiesa e nel Signore, e sono diventati più deboli perché non sono stati forgiati nella Parola di Dio. 

In questo senso, la mia brevissima opinione sul discepolato, al di là della versione che ogni movimento o chiesa locale determina a causa della sua particolare visione, oltre a ciò che la dottrina implica, è importante che il discepolato si basi sul tutoraggio e non tanto su un aula accademica. Il rafforzamento delle relazioni all’interno dei gruppi di discepolato è un altro aspetto importante. Inoltre, c’è un bisogno di, come ho detto prima, vedere come la dottrina o l’insegnamento ha la sua applicazione nei tempi in cui viviamo e, comunque, deve includere argomenti di rilevanza assoluta, per fornire ai credenti strumenti per combattere alcune minacce tipiche di una società umanistica e agnostica.

Pastore Escobar, quali sono i pericoli spirituali legati a questa pandemia ? Oltre le vite spezzate e la crisi economica, cosa dobbiamo temere da un punto di vista spirituale  ? 

Credo che uno dei maggiori pericoli che questa pandemia comporta è che i credenti inizino a sentirsi a proprio agio a causa delle restrizioni che hanno ridotto la frequentazione alle congregazioni. 

Un altro pericolo è la paura che è stata introdotta in molti e che li ha portati a fare marcia indietro dal loro impegno di evangelizzazione.

Un pericolo contro il quale metto in guardia è che potremmo impregnarci anche come credenti in divisioni e critiche, cavalcando la crisi di leadership in tutti i suoi ordini, sia politici che sociali. Dobbiamo tenere d’occhio il modo in cui parliamo, ed essere sicuri di non prestare eccessiva attenzione alle critiche che potrebbero colpire la nostra speranza e influenza.

Sicuramente, questa pandemia ha accelerato i tempi nei campi delle relazioni, del management amministrativo, della produttività e tutto ciò che i nostri servizi implicano. La cosiddetta nuova normalità ci impone di aggiornarci. Penso che se non abbiamo una prospettiva profetica dei tempi e sappiamo come adattare i nostri modi, senza intaccare la nostra essenza, possiamo vedere le nuove generazioni colpite e perdere l’opportunità di rinnovare la nostra visione del mondo.

Il Pastore Escobar con il pastore Davide Di Iorio ed Alessandro Iovino nel 2019 in visita nella chiesa ADI di Napoli

Molte chiese, in seguito anche alla dispersione dei fedeli ed alla poca partecipazione alle riunioni di culto, hanno rafforzato le loro attività digitali e quindi sul web; altri pastori invece sono molto preoccupati da questa tendenza. Quali pensi sia il giusto equilibrio? 

In effetti, i social media, nella sovranità di Dio, sono stati uno strumento essenziale durante questo periodo di lockdown. Nessuno può negare che senza i social media e le videoconferenze sarebbe stato estremamente difficile rimanere in contatto ed essere in grado di impartire la Parola, la preghiera e i tempi di adorazione. Abbiamo sperimentato un modo virtuale di incontrarci, ma ciò che non è stato virtuale è la presenza dello Spirito Santo in quei momenti che hanno tanto benedetto la nostra vita.

Quello che mi preoccupa, e questo risponde alla necessità di mantenere un certo equilibrio, è l’eccessivo affidamento ai social media e alla virtualità in generale. Ciò significa che molti credenti stanno sostituendo la loro ricerca di Dio nel loro privato, immergendosi nelle reti che cercano di alimentare la loro spiritualità o curiosità religiosa.

Un altro aspetto che mi preoccupa è l’aggressività nell’uso dei social media proveniente da alcuni ministeri per attirare seguaci nelle loro chiese. In questo senso, mi preoccupa il fatto che, come conseguenza di ciò, molti dei nostri pastori e leader finiscano per cercare di denaturarsi, cadendo in una competizione “dannosa”. Tuttavia, questo non significa che non dovremmo imparare da ciò che gli altri fanno con successo, ma non dobbiamo dimenticare che dipendiamo dalla Grazia e dall’Unzione dello Spirito Santo.

La verità, infine, è che l’utilizzo dei social media è positivo, ma deve comportare una continua revisione della strategia e dare spazio all’innovazione per rendere questo strumento davvero strategico.

Lo scorso marzo, Madrid avrebbe ospitato il congresso mondiale delle AoG mondiali. 

Ci può dare aggiornamenti in tal senso ? Ci sono buone possibilità per il 2021  ? 

È vero, nessuno immaginava che il Congresso mondiale non si sarebbe potuto tenere. Ciò ha portato a una situazione molto pressante e difficile da affrontare. Confesso che non ci aspettavamo questa situazione e questo ha generato situazioni scomode per tutti, soprattutto per tanti che avevano programmato i loro viaggi e fatto le loro prenotazioni. Per questo motivo, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare i pastori e i credenti in Italia che ci hanno dimostrato tanta comprensione e amore in questo periodo. Allo stesso tempo, mi scuso per qualsiasi inconveniente che abbiamo causato. 

Ora ci stiamo preparando affinché, nell’anno 2021, nelle date dal 18 al 20 marzo, potremo celebrare il WAGC 2021: “Unlimited”. Molti hanno chiesto il rinvio delle loro prenotazioni. Attraverso il SITO https://unlimited2020.com/ puoi continuare ad aderire al posticipo o registrarti se non lo hai fatto in precedenza.

Inoltre, dobbiamo dire che il programma sarà completamente rinnovato. Sappiamo che, dopo la pandemia, la Chiesa deve essere all’altezza di ciò che questa prima parte del 21° secolo richiede da noi. Durante il mese di ottobre annunceremo gli oratori e il programma in modo più dettagliato, ma quello di cui posso essere certo è che questo Congresso sarà un’opportunità per avere un focus profetico e globale con la Parola di Dio e l’Unzione dei Spirito Santo.

Quale messaggio ti senti di condividere alla fratellanza italiana ? 

Per prima cosa, voglio ringraziare Dio per la loro vita e per l’esempio di fede. I credenti in Italia sono stati i primi in Europa a mostrare un’assoluta capacità di reazione, superando le circostanze e valorizzando le proprie radici spirituali.

Inoltre, ci sono molti che hanno subito grandi perdite nelle loro vite e molti progetti sono stati annullati. Tuttavia, sono certo che anche se l’albero di molti credenti e ministeri è stato abbattuto, le radici sono sante e sono ben radicate nei valori e nei principi della Parola di Dio che permettono alla speranza di rimanere intatta. Pertanto, dobbiamo essere vigili a ciò che Dio fa sempre in questi tempi difficili, dove dobbiamo prepararci per la rinascita di molti dei nostri progetti, ministeri e una chiesa ravvivata. Dio promette nella sua Parola: 

“Poiché anche per l’albero c’è speranza, se viene tagliato, che germogli di nuovo e che i suoi teneri germogli non cesseranno di crescere… sebbene il suo ceppo possa morire nel terreno, al sentir l’acqua, rinverdisce e produce rami come una pianta nuova. “(Giobbe 14: 7-9) 

Semplicemente, oso dire che Dio verserà un risveglio dopo questo periodo di perdita che genererà una chiesa fresca e rinnovata, ministeri rinnovati, una nuova visione e un meraviglioso raccolto di vite che verrà ai piedi di Gesù.

Indubbiamente, la Chiesa in Italia si colloca in uno spazio geografico chiave del mondo cristiano, non solo nella storia ma in un futuro in cui lo Spirito Santo lo farà di nuovo. (Isaia 43:19). 

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Scritto da Alessandro Iovino

PMI, disoccupazione e una ripresa a V inesistente al momento

Ford, Svimez e Grecia. Stamattina un ristretto. Mi raccomando, amaro