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Salvare il Natale, il calo del Pil e l’aumento dei debiti nel mondo

“Salviamo almeno il Natale” parrebbe essere il nuovo mantra anche se non esplicitato. “Chiudiamo adesso prima che la situazione si aggravi e diventi praticamente incontrollabile” è diventato il pensiero comune di virologi e politici. Siamo partiti un po’ alla volta e siamo giunti ad oggi a dire che in effetti un lockdown non è escluso, dopo aver ribadito nei giorni scorsi, ma non solo, che non ci sarebbe stato più nessun lockdown. Cose da pazzi.

Settimana scorsa ci avevano detto: indossate ovunque la mascherina. Basta. Non è materia di competenza della nostra Tazzulella ma avevamo accennato al fatto che forse bisognava essere più coraggiosi con i provvedimenti da adottare. Come sempre, poi, si parte da zero e si arriva a cento nel giro di 48 ore. Se c’è qualcosa da definire come assurdo è proprio questo atteggiamento.

Chi conduce una vita “normale”, prende i mezzi pubblici per spostarsi, va al bar a prendere il caffè, esce a mangiar la pizza fuori il venerdì sera, si era già abbondantemente reso conto che, con una curva in leggera risalita (due/tre settimane fa), la situazione era sfuggita di mano a qualcuno e che i controlli erano pressoché pari a zero.

È fondamentale evidenziare che la complessità e l’incertezza della situazione non lascino spazio all’assunzione di decisioni in modo semplicistico. Sappiamo che non c’è solo il covid e che chi deve controllare è chiamato a fare anche altro. Lo sappiamo molto bene. Ma conosciamo anche il nostro recente passato e l’esperienza che i nostri vicini europei stanno oramai vivendo da un mesetto circa.

Ebbene, nonostante tutto questo, non si è lavorato di prospettiva. È un dato di fatto. Ora dobbiamo rincorrere i locali, bloccare le cerimonie, imporre limitazioni e restrizioni. Perfetto. Che dire.

Prepariamoci, attrezziamoci e cerchiamo di essere responsabili e attenti al massimo in modo da far sì che questa situazione duri poco, sperando sempre che poi si lavori di prevenzione. Davvero però. Non per finta.

Torniamo a noi.

La giornata di ieri è stata negativa sulle principali piazze anche e soprattutto a causa di nuove restrizioni un po’ ovunque. Negli Stati Uniti hanno pesato molto le parole del segretario al Tesoro secondo cui e’ “molto difficile” che si trovi un accordo con i democratici su un nuovo piano di aiuti prima delle elezioni presidenziali del 3 novembre. Il vicepresidente della Fed, Richard Clarida, nel corso di un evento online ha detto che i dati macroeconomici degli Stati Uniti si rilevano “sorprendentemente forti” dallo scorso maggio, ma ci vorrà ancora un altro anno prima che la produzione torni ai livelli pre-pandemia. Ha aggiunto che l’economia, a causa del Covid, è crollata a un tasso record del 31,4% nel secondo trimestre, ma nel settore dei servizi “c’è una domanda repressa” che spingerà l’intero settore e l’intera economia quando la minaccia del virus sarà domata.

Il Fondo Monetario Internazionale ha segnalato che “La crisi del Covid-19 ha devastato le vite delle persone, l’occupazione, gli affari. I governi hanno preso misure forti per ammortizzare il colpo, con azioni fiscali per un totale impressionante di 11.700 miliardi di dollari nel mondo”, una cifra vicina al 12% del Pil globale (all’11 settembre 2020). “Queste ancore di salvezza hanno salvato vite e mezzi di sostentamento, ma sono costose e, insieme a rapidi cali nel gettito fiscale a causa della recessione, hanno spinto il debito pubblico globale ai massimi di tutti i tempi, vicino al 100% del Pil. Con molti lavoratori ancora disoccupati, con le piccole imprese in difficolta’, con 80-90 milioni di persone che probabilmente finiranno in estrema poverta’ nel 2020, e’ troppo presto per rimuovere il sostegno eccezionale garantito dai governi. Ma molti Paesi dovranno fare di piu’ con meno, visti i crescenti vincoli di budget”.

Secondo Mediobanca, la crisi economica non ha colpito i giganti del Web che hanno fatto segnare nel primo semestre una crescita del fatturato del 17% rispetto allo stesso periodo del 2019. Ottime anche le performance degli utili (+16,6%), con il record di 18 milioni di euro di profitti netti al giorno, quasi quattro volte di più rispetto alle multinazionali manifatturiere.

Oggi nessun flash.

Buona giornata e buon caffè!

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Scritto da Vincenzo Lettieri

Filippo Sodini, farmacista e imprenditore di successo, si racconta a Real Inside

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