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Stime pesanti e ripresa disomogenea

Ordini alle fabbriche tedesche nel mese di marzo: -15,6% m/m. PMI spagnolo: 7,1 ad aprile. I servizi in Italia: 10,8, sempre ad aprile. PMI composito Italia (10,9), francese (11,1), tedesco (17,4), Europa (13,6).

Insomma, aprile è stato davvero un mese da dimenticare. Chissà maggio.

Certo, certo, lo sapevamo. Ma, come già detto, il nero su bianco fa un altro effetto, attesta quello che accade, mette il sigillo.

L’Unione Europea dice che il deficit quest’anno in Italia sarà pari all’11,1% per dimezzarsi nel 2021 al 5,6%. Il governo prevede 10,4% e 5,7% rispettivamente. Il debito/pil passerà da quota 134,8% nel 2019 a 158,9% quest’anno per scendere nel 2021 a 153,6%. Il governo prevede 155,7% e 152,7% rispettivamente. La disoccupazione nel Paese salirà all’11,8% nel 2020 e nel 2021 sarà pari al 10,7%. Per il nostro Paese si parla di profonda recessione: -9,5% il PIL nel 2020 (+6,5% nel 2021). Il PIL dell’Eurozona scenderà a -7,7% nel 2020.

Gentiloni ha detto che “l’Europa sta sperimentando uno shock senza precedenti dalla Grande Depressione”.

“E’ ora abbastanza chiaro che l’UE è entrata nella recessione economica più profonda della sua storia”. “Sia la recessione che la ripresa saranno disomogenee”, ha sottolineato – “i dati aggregati a livello europeo nascondono considerevoli differenze fra Paesi”. Dice Gentiloni: “Tra i Paesi più grandi, l’Italia è stata colpita per prima e con più forza, con le misure di contenimento che ora cominciano ad essere rimosse gradualmente, l’economia comincerà la ripresa dalla seconda metà del 2020. Ciononostante, si prevede che la ripresa italiana prenderà più tempo che negli altri Paesi”, ha detto osservando che la divergenza tra gli Stati membri sia in termini di caduta del PIL a causa della crisi del coronavirus sia nella capacità di ripresa per le risorse finanziarie a disposizione “costituisce una minaccia al mercato interno e all’area euro”.

Il Fondo Monetario Internazionale ha affermato che per la ripresa serviranno massicci investimenti pubblici (oltre 20 mila miliardi di dollari a livello globale) che saranno centrali, così come un rafforzamento delle reti di protezione sociale. Tra le azioni che i governi potrebbero mettere in atto per “aiutare le imprese a riassumere i lavoratori dopo la pandemia”, ci sarebbero eventuali tagli delle tasse temporanei, mentre per spingere i consumi “potrebbero ipotizzare riduzioni limitate nel tempo dell’Iva o voucher”.

Tutte le misure però non devono pesare sul debito, specie per i “Paesi con elevati livelli di debito” che “dovranno attentamente bilanciare il sostegno di bilancio di breve termine con la sostenibilità del debito di lungo termine”.

Particolare attenzione viene dedicata alle misure di sostegno al reddito dell’Italia che “potrebbero essere migliorate riducendo la generosità dei benefit e quindi riducendo i rischi della dipendenza dal welfare e creando maggiori incentivi al lavoro”.

Intanto, dopo la sentenza della Corte tedesca dell’altro giorno, il Ministro delle finanze francese Le Maire ha detto che la richiesta di chiedere alla Bce di giustificare il suo programma di quantitative easing entro 3 mesi “non rappresenta un elemento di stabilità”. “La Bce prende le sue decisioni in totale indipendenza – ha detto – e decide le condizioni di esercizio del suo mandato sotto il controllo esclusivo della corte di giustizia europea che e’ il guardiano dei trattati”. La Bce, ha aggiunto Le Maire, e’ “l’unica a poter giudicare cosa e’ necessario fare in termini di condotta della politica monetaria nell’eurozona”. “Noi tutti – ha aggiunto – nell’eurozona dipendiamo da questa indipendenza della Bce che le permette di assolvere la propria missione in totale indipendenza sotto il controllo della corte di giustizia europea e al servizio dell’interesse collettivo degli stati dell’eurozona”.

Negli Stati Uniti ad aprile è crollata l’occupazione (-20,2 milioni di posti di lavoro bruciati). E’ quanto anticipa il report della Automated Data Processing (ADP), che ogni mese pubblica questo report sul mercato del lavoro sulla base dei dati aggregati pervenuti dal settore privato non agricolo. Tale report precede quello ufficiale del Dipartimento del Lavoro che verrà pubblicato venerdì prossimo, 8 maggio 2020. Le attese degli analisti però indicavano un calo meno marcato di circa 20 milioni di unità. Il calo è sempre determinato dal settore dei servizi (-16 milioni), in particolare quello Trasporti ed utilities (-3,4 milioni) e dal settore svago ed alloggio (-8,6 milioni). Nel settore manifatturiero i nuovi posti di lavoro sono calati di 1,6 milioni di unità, mentre in quello delle costruzioni c’è un calo di 2,5 milioni. A livello dimensionale, le piccole imprese hanno registrato un forte calo degli occupati (-6 milioni), mentre le imprese di medie dimensioni registrano un minore decremento (-5,3 milioni). Più forte la contrazione degli occupati dell’industria di grandi dimensioni (quasi -9 milioni).

Sempre negli USA, il dipartimento del Tesoro ha lanciato un nuovo bond ventennale con l’obiettivo di recuperare risorse sul mercato per finanziarie la risposta del governo federale alla pandemia di coronavirus. Il Tesoro mettera’ all’asta 20 miliardi di dollari di questi nuovi titoli a 20 anni il prossimo 20 maggio.

Un po’ di notizie flash:

  • il petrolio Wti ha ridotto le perdite a New York dopo che il dato sulle scorte statunitense e’ cresciuto ma meno delle attese;
  • Grazie all’effetto coronavirus nei primi tre mesi dell’anno il New York Times ha aggiunto piu’ abbonati digitali che in qualsiasi altro trimestre dal 2011, quando ha iniziato a fare pagare i contenuti online. Nel primo trimestre del 2020, il quotidiano ha visto gli abbonati digitali netti aumentare di 587.000 unita’ a oltre 5 milioni in totale (va detto comunque che le notizie relative al coronavirus sono accessibili gratuitamente);
  • Accordo raggiunto per prolungare la Cassa integrazione a oltre 6.600 lavoratori di Alitalia. 

Buona Tazzulella di caffè!

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Scritto da Vincenzo Lettieri

Giornata positiva ma dalla Germania arrivano nuove nuvole, forse

Evitiamo la W (che non vuol dire evviva!)