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I 4 rischi di Lagarde e l’Aperol in Cina

Quella di venerdì scorso è stata la cinquantesima Tazzulella che abbiamo pubblicato. Il tempo passa davvero in fretta ed è curioso notare come, soprattutto in presenza di fenomeni disruptive come questo che stiamo subendo, le cose siano cambiate dalla prima (sempre senza zucchero) a quella odierna. Dalla paura, dall’incertezza, dall’ignoto a qualcosa di comunque incerto e pauroso ma sicuramente meno sconosciuto.

La giornata di ieri non è stata positiva in Europa a differenza di Asia e Stati Uniti dove la corsa partita la settimana scorsa, grazie anche e soprattutto ai buoni dati sull’occupazione, continua con l’S&P500 che guadagna l’1,20%, il Nasdaq l’1,13% e il Dow l’1,70% e il treasury a dieci anni perde il 3,48%. In merito all’occupazione e in attesa della FED, qualcuno ipotizza che il peggio sia passato con il mese di maggio. Certo, ci vorrà del tempo prima di tornare alla situazione di febbraio 2020, ma ormai non c’è più nulla da temere: peggio non può andare.

Si tratta di ipotesi, magari ci prendono e magari no. Speriamo che ci prendano.

In Europa, Lagarde ha spiegato che sono quattro i principali rischi derivanti dalla pandemia: fallimenti in massa di imprese (specialmente di quelle più indebitate), elevata volatilità dei mercati (dovuta alla marcata incertezza su come sarà la ripresa economica), timori sui debiti pubblici (a causa delle spese supplementari richieste dalla crisi) e il difficile contesto macroeconomico con cui dovranno fare i conti le istituzioni finanziarie. Ha anche ribadito che la BCE, monitorando la situazione, è sempre pronta a mettere in atto ulteriori misure che siano all’altezza della sfida in corso.

A proposito di misure e di Europa, Gentiloni ha detto che il Consiglio europeo approverà “prima dell’estate” il Piano “Next Generation EU” che la Commissione ha presentato il 27 maggio. Da qui l’esortazione ai governi per la preparazione “già in autunno” dei “piani nazionali che poi dovranno essere finanziati in particolare dalla Recovery and Resilience Facility”, il fondo da 750 miliardi previsto nel piano di rilancio della Commissione UE.

In merito all’Italia, l’Istat ha sottolineato nelle “Prospettive per l’economia italiana nel 2020-2021” che uno “shock senza precedenti” sta investendo l’economia italiana con il PIL che nel 2020 segnerà una “marcata contrazione” dell’8,3%. Nel 2021 ci sarà, però, una ripresa parziale (+4,6%). Nell’anno corrente – si legge – la caduta del PIL “sarà determinata prevalentemente dalla domanda interna al netto delle scorte (-7,2 punti percentuali) condizionata dalla caduta dei consumi delle famiglie e delle Isp (-8,7%) e dal crollo degli investimenti (-12,5%), a fronte di una crescita dell’1,6% della spesa delle Amministrazioni pubbliche. Anche la domanda estera netta e la variazione delle scorte sono attese fornire un contributo negativo alla crescita (rispettivamente -0,3 e -0,8)”.

Ci sarà bisogno di resistenza, coraggio e determinazione.

Flash prima di lasciarvi al caffè:

  • Campari ha avviato dei test per portare l’Aperol in Cina
  • Fisco: task force Colao, una voluntary disclosure sul contante
  • Banca mondiale: Pil Usa -6,1% nel 2020; -9,1% per eurozona
  • Banca mondiale: Pil mondiale -5,2% nel 2020, +4,2% nel 2021
  • Mercati: 75% operatori vede borsa in rialzo in prossimi 6 mesi (Assiom Forex)

Buon caffè e buona giornata!

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Scritto da Vincenzo Lettieri

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