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Le nuove stime del Fondo Monetario Internazionale

La giornata di ieri si è caratterizzata per la divulgazione delle nuove stime sulla crescita economica dei Paesi da parte del Fondo Monetario Internazionale.

Per il nostro Paese si stima un Pil in calo del 9,2% nel 2020 rispetto al 2019 e si prevede un rialzo del 3% nel 2021. Rispetto alle previsioni di ottobre, il Pil dell’anno scorso e’ stato rivisto in rialzo di 1,4 punti percentuali dal -10,6%, mentre quello del 2021 e’ stato rivisto in calo di 2,2 punti dal precedente 5,2%. Per il 2022, previsto un +3,6%, con una previsione migliorata di un punto percentuale.

Per l’Eurozona, invece, si stima un Pil in calo del 7,2% nel 2020 rispetto all’anno precedente e si prevede un rialzo del 4,2% nel 2021. Rispetto alle previsioni di ottobre, il Pil dell’anno scorso e’ stimato in miglioramento dal -8,3%, mentre le previsioni per il 2021 sono riviste in calo di un punto dal 5,2%. Nel 2022, previsto un +3,6% (dal +3,1% di ottobre). Per la Germania, -5,4% nel 2020 e +3,5% nel 2021 (+0,6 e -0,7 punti rispetto a ottobre); per la Francia, -9% e +5,5% (+0,8 punti e -0,5 punti). Tra le altre economie avanzate, per il Regno Unito -10% nel 2020 e +4,5% nel 2021 (+0,2 e -1,4 punti rispetto a ottobre), per il Giappone -5,1% e +3,1% (+0,2 e +0,8 punti).

Per gli Stati Uniti poi, il Pil del 2020 dovrebbe attestarsi in calo del 3,4% rispetto all’anno precedente prevedendo un rialzo del 5,1% nel 2021. Anche qui, rispetto alle previsioni di ottobre, il Pil dell’anno scorso e’ stimato in miglioramento dal -4,3%, le previsioni per il 2021 sono state riviste in aumento di 2 punti dal 3,1% al 5,1%. Nel 2022, previsto un +2,5% (dal +2,9% di ottobre).

Ad accompagnamento di questi dati si legge che la forza della ripresa “varia significativamente” tra Paesi, con grandi differenze nella perdita di produzione rispetto alle previsioni fatte prima dell’inizio della pandemia. Tra il 2020 e il 2025, il Fondo prevede una perdita globale di 22.000 miliardi di dollari rispetto alle precedenti previsioni. A causa della “natura parziale del rimbalzo, ci si aspetta che oltre 150 economie, nel 2021, avranno redditi pro-capite sotto i livelli del 2019”; il numero diminuira’ solo leggermente a circa 110 economie nel 2022. La Cina “e’ tornata ai livelli previsti prima della pandemia nel quarto trimestre del 2020, prima di tutte le grandi economie”. Per Pechino, si stima un +2,3% nel 2020 e si prevede una crescita dell’8,1% nel 2021 e del 5,6% nel 2022, leggermente in ribasso rispetto alle previsioni di ottobre (-0,1 e -0,2 punti percentuali). Gli Stati Uniti dovrebbero “superare i livelli pre-Covid nel corso dell’anno, molto prima dell’area Euro”.

Flash:

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Scritto da Vincenzo Lettieri

Il Buy American di Biden e le stime di Goldman

Nel 2021 si crescerà meno del previsto (forse!)