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Trimestrali in USA. FMI e Goldman Sachs. Il rally e quello che ci aspetta

Dopo un po’ di giorni di stop grazie alla pausa pasquale, siamo pronti di nuovo a descrivere come si sono mossi i mercati e ad elencare i principali avvenimenti che hanno riguardato la giornata di ieri.

Dopo la riunione dell’Eurogruppo della scorsa settimana il dibattito non ha avuto un crescendo se non nelle polemiche e nel tono con cui queste sono state manifestate dai politici italiani sino al culmine dell’intervento del Presidente del Consiglio Conte nel corso del quale, a torto o ragione (non ci interessa minimamente visto il taglio della rubrica), ha deciso di nominare Salvini e Meloni invitandoli a smettere di far propaganda su un tema importante quale quello del MES e non solo.

È interessante, lasciatemelo dire, notare l’ansia e il vigore con cui in Italia nel corso di questi ultimi giorni ci si è affannati nel tentare di individuare il responsabile che negli anni passati ha posto le basi per la creazione di questi strumenti. Poco, pochissimo, sul lancio di proposte e idee per ripartire, per sostenere le famiglie, le imprese, gli ospedali e tutti coloro che al momento sono già in difficoltà e degli altri che nel giro di poco rischiano di esserlo. Ma si sa, siamo fatti così e ci sarà tempo e modo per migliorare, mi auguro.

Fatto sta che i “termini” dell’accordo raggiunto lo scorso giovedì sera (se così si possono in qualche misura definire), non hanno riscaldato l’animo dei mercati in Europa. Anzi, è già un miracolo che le performance siano state quelle che leggiamo in tabella.

Infatti, secondo le nuove stime pubblicate da Goldman Sachs, si prevede che il tasso di disoccupazione nell’eurozona salirà all’11% entro la metà dell’anno con balzi particolarmente vistosi in Spagna, al 23%, e in Italia, al 17%. Secondo la banca americana la Germania dovrebbe reagire molto meglio alla crisi con un aumento della disoccupazione appena al di sopra del 5% mentre in Francia la disoccupazione dovrebbe salire attorno al 10%.

Ed ecco la nota che ci interessa di Goldman: “Questa divisione nord-sud evidenzia l’importanza di un meccanismo di condivisione del rischio a livello europeo che permetta ai paesi del sud dell’Europa di fornire uno stimolo fiscale sufficiente durante la crisi del coronavirus”.    

Inoltre, il vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis ha ieri detto che l’Unione Europea potrebbe finanziare un fondo anticrisi di 1500 miliardi di euro sulla base di prestiti garantiti dagli Stati. Questi fondi potrebbero articolarsi attorno al bilancio europeo attraverso prestiti effettuati dalla Commissione ed essere garantiti dagli Stati membri. Al momento non esiste nulla di concreto però.

Il Fondo monetario internazionale ha tagliato le stime di crescita dell’Eurozona nel 2020 a -7,5% da una precedente previsione per +1,3%. Per il 2021, il Fondo si aspetta una ripresa del 4,7% invece che il +1,4% stimato a gennaio. Nel dettaglio, per quanto riguarda l’Italia, l’FMI ha tagliato le stime di crescita dell’economia nel 2020 a -9,1% da una precedente previsione per +0,5%. Per il 2021, il Fondo si aspetta una ripresa del 4,8% invece che il +0,7% stimato a gennaio.

A livello mondo, le stime di crescita economica dell’FMI sono per il 2020 a -3% da un iniziale +3,3% annotando che quello in corso è, per la globalizzazione, un momento molto difficile e occorrerà ben gestirlo se non si vogliono sprecare, cancellandoli, gli sforzi compiuti nel corso di questi anni. A livello finanziario ha evidenziato il tema inerente alla solidità delle banche in questo momento che è a rischio e che la volatilità e i costi per prendere in prestito denaro si sono impennati, aumentando la pressione su queste e causando il blocco dei mercati del credito.

E mentre negli USA la curva dei contagi purtroppo rimane ancora pesante, l’FMI ha previsto una crescita del Paese a -5,9% per l’anno in corso rispetto al 2% inizialmente previsto. Ma l’andamento dei principali indici ha continuato il proprio rally arrivando a livelli importanti segnando la quasi completa ripresa dallo shock di qualche settimana fa. Ciò è da ricondurre soprattutto ai risultati trimestrali annunciati da alcune big societarie che però occorre ben pesare ad altri elementi come ad esempio ai 307 ordini cancellati alla Boeing nel solo primo trimestre 2020 (di cui 109 a marzo).

Per le materie prime, nonostante l’accordo raggiunto per il greggio la settimana scorsa la situazione non è ancora migliorata. Vedremo nel corso dei prossimi giorni.

Un po’ di news flash:

  • consumi marzo -31,7% e PIl aprile atteso a -13%. E’ drammatico il primo bilancio tracciato dal rapporto sulla congiuntura di Confcomemrcio, in relazione ai mesi più acuti dell’emergenza coronavirus in Italia;
  • Renault rivede la sua strategia in Cina, rinunciando alla produzione di vetture in joint venture con Dongfeng;
  • a marzo la raccolta delle banche italiane è cresciuta del 3,7% annuo, in rallentamento dal +5,3% di febbraio. I prestiti concessi a famiglie e imprese sono saliti dell’1,4% annuo, facendo segnare una decisa accelerazione rispetto a +0,5% di febbraio. Le sofferenze nette sono rimaste sostanzialmente stabili a febbraio a 25,95 miliardi (25,85 in gennaio);
  • la Banca centrale sudafricana ha annunciato un nuovo taglio dei tassi di interesse di 100 punti che porta il tasso principale al 4,25%;
  • Audi ha riaperto ieri il suo stabilimento in Ungheria, che era chiuso dal 22 marzo scorso;
  • i quadri del produttore di mezzi pesanti Renault Trucks hanno ridotto la propria remunerazione per poter migliorare quella degli altri dipendenti nel quadro di un accordo di solidarietà;
  • parere favorevole dei Ministri delle Finanze e i Governatori delle banche centrali del G7 ad una moratoria sul debito dei paesi poveri se ci sarà l’accordo con i paesi membri del G20.

Buona Tazzulella!

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Scritto da Vincenzo Lettieri

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