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Giornata no sui mercati e sul petrolio non ancora c’è una soluzione

Il 2 aprile 1948 il Congresso USA approvò il Piano Marshall. La sfida di oggi e di domani sarà simile a quella del passato? Avrà la stessa carica che ha generato decenni di benessere in occidente?

Non ci pensiamo. Non è ancora il momento. Stiamo ancora combattendo e le nostre energie servono per il presente, al futuro ci penseremo quando sarà.

La giornata di ieri sui mercati non è stata per nulla entusiasmante: perdite un po’ dappertutto. Siamo entrati nel trimestre della paura, speriamo sia il primo e l’ultimo. L’Eurostoxx ha perso il 3,83%, Milano il 3% circa, Berlino il 4%, Parigi il 4,3%, Londra il 3,83%, l’S&P500 il 4,31% e così anche il Nasdaq, il Dow e Tokyo. La Cina ha perso solo uno 0,57%. Il VIX è risalito a 57, lo spread anche, fermandosi a 202, il greggio ancora un disastro. Fa paura signori. Fa paura. La mia mente continuamente torna a quel ragazzo di 26 anni che a Milano ieri si è suicidato dopo esser stato licenziato dal proprio datore di lavoro con una telefonata. Una semplice telefonata.  

Sono usciti i dati sullo stato del settore manifatturiero USA che peggiora ovviamente. Nel mese di marzo, l’indice PMI manifatturiero elaborato da Markit si è portato a 48,5 punti dai 49,2 della stima preliminare e del consensus e rispetto ai 50,7 di febbraio. L’indice si allontana così dalla soglia chiave di 50, che denota espansione dell’attività. Anche l’indice ISM manifatturiero segnala un peggioramento, portandosi a 49,1 punti dai 50,1 di febbraio. Il dato risulta migliore delle attese degli analisti che stimavano un calo più marcato a 45 punti. Fra le varie componenti dell’indice, quella sui nuovi ordini è scesa a 42,2 da 49,8 punti, mentre quella sull’occupazione si è portata a 43,8 da 46,9. Crolla la componente relativa ai prezzi che si porta a 37,4 da 45,9.

In Europa, come raccontato anche ieri, si continua a lavorare per il rafforzamento di proposte e alleanze. Uno degli obiettivi più importanti che il Vecchio Continente intende raggiungere riguarda l’occupazione. L’idea è quella di creare un sistema che consenta alle imprese in difficoltà di ridurre temporaneamente le ore lavorate con un sostegno pubblico garantendo così il reddito ai dipendenti (copertura che varia a seconda dei Paesi). Le condizioni per determinare quando uno Stato membro potrà beneficiare del sostegno nell’ambito di tale strumento dovrebbero essere stabilite facendo riferimento all’improvviso e grave aumento della spesa pubblica causato dall’epidemia ed essere direttamente correlate alla creazione o all’estensione di programmi di lavoro a breve termine e altre misure analoghe adottate in risposta ad essa.

Un passo in avanti importante.

In Italia cominciamo a vedere nero su bianco i primi effetti dei provvedimenti presi nei giorni scorsi. Ripeto: nero su bianco (al momento). Rispetto a marzo 2019, infatti, il saldo del settore statale ha risentito della diminuzione degli incassi fiscali dovuti alla sospensione dei versamenti tributari e contributivi previsti dal Decreto Cura Italia. Dal lato della spesa si segnalano maggiori pagamenti degli Enti territoriali e maggiori prelievi da parte dell’INPS dovuti principalmente alle nuove misure messe in atto dal decreto. La spesa per interessi sui titoli di Stato presenta una diminuzione di circa 600 milioni.

Il Ministro Gualtieri, in un’intervista al Fatto Quotidiano, ha riferito che le previsioni di Confindustria circa una contrazione del Pil del 6% a fine anno “purtroppo sono realistiche”. Ieri inoltre è uscito anche per il nostro Paese il dato PMI: 40,3 punti vs 48,7 precedente.

In merito al petrolio invece, parrebbe non esserci una soluzione a portata di mano. Addirittura, secondo il Wall Street Journal, l’Arabia Saudita starebbe spingendo forte sull’acceleratore della produzione che avrebbe superato in questi giorni i 12 milioni di barili al giorno, due milioni in più rispetto un mese fa. Il giornale americano ha riportato come stiano salpando navi dai porti sauditi colme di greggio ma senza nessuna destinazione.

La solita carrellata di notizie flash:

  • secondo gli 007 USA, la Cina avrebbe fornito numeri falsi rispetto a contagiati e deceduti nel Paese;
  • in Germania le misure restrittive fino al 19 aprile;
  • l’Istat sospende i dati sul clima di fiducia per il mese in corso;
  • Pirelli segnala come non ci sia alcun progetto di fusione con Brembo;
  • Wimbledon annullata.

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Scritto da Vincenzo Lettieri

Elogio del Brachino

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