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Ifo, petrolio e disoccupazione crescente

Quella di ieri è stata la giornata dell’oro (+2,94%), del petrolio (ricordarsi dopo aver parlato con Donald Trump di dirgli di tenersi per sé quanto discusso!), del VIX (è calato dell’11% circa), di una performance più o meno positiva su tutti i mercati ma anche di tante stime, studi e nuovi dati su cui ragionare.

Milano ha guadagnato l’1,75%, l’S&P500 il 2,3%, il Dow il 2,24, Shanghai l’1,7% e Tokyo ha perso l’1,37%. Lo spread è calato e l’obbligazionario “respira”.

L’istituto tedesco per la ricerca e l’analisi economica (IFO), molto noto per il suo indice mensile sul Business Climate in Germania, ha reso noto le proprie previsioni sugli impatti economici ma anche sanitari che il coronavirus avrà sull’Europa. Secondo l’istituto con sede a Monaco vi saranno nei prossimi mesi perdite di produzione che costeranno ai paesi europei centinaia di miliardi di euro con un impatto particolarmente forte sull’Italia. Nello specifico, l’Istituto ritiene per:

  • l’Italia, che i costi di una chiusura parziale di due mesi ammonteranno a 143-234 miliardi di euro, a seconda dello scenario, con una riduzione del tasso di crescita annuale compresa tra gli 8,0 e i 13,1 punti percentuali. Se la chiusura si dovesse estendere a un terzo mese, i costi salirebbero a 200-342 miliardi, il che significa una perdita di crescita del Pil di 11,2-19,1 punti. Una sola settimana di proroga del “lockdown” comporterebbe costi aggiuntivi di 14-27 miliardi, e quindi un calo della crescita di 0,8-1,5 punti. Una proroga da uno a due mesi farebbe invece aumentare i costi fino a 108 miliardi, corrispondenti a 6,3 punti di crescita perduta.
  • la Spagna, che una chiusura di due mesi comporterebbe costi di 101-171 miliardi, riducendo il tasso di crescita annuale del Pil di 8,1-13,8 punti percentuali. Con una chiusura di tre mesi, i costi raggiungono i 141-250 miliardi, riducendo la crescita di 11,3-20,0 punti. Una proroga di una settimana in Spagna comporterebbe costi aggiuntivi di 10-20 miliardi e quindi un calo della crescita di 0,8-1,6 punti. Una proroga da uno a due mesi farebbe aumentare i costi di ben 78 miliardi, ovvero 6,1 punti di crescita perduta.
  • la Francia, che un periodo di chiusura di due mesi comporterebbe costi di 176-298 miliardi, a seconda dello scenario, e una riduzione del tasso di crescita annuale del Pil di 7,3-12,3 punti percentuali; con un periodo di chiusura di tre mesi, i costi ammonterebbero a 247-436 miliardi, pari a 10,2-18,0 punti di crescita perduta. Una proroga di una settimana in Francia comporterebbe costi aggiuntivi di 18-35 miliardi e quindi un calo della crescita di 0,7-1,4 punti. Una proroga da uno a due mesi farebbe aumentare i costi di ben 138 miliardi, ovvero 5,7 punti di crescita perduta.
  • il Regno Unito, che due mesi di chiusura parziale causeranno perdite di 193-328 miliardi. Ciò rappresenta una riduzione del tasso di crescita annuale del Pil di 7,7-13,0 punti percentuali. Se la chiusura si estende a un terzo mese, i costi aumentano fino a 271-480 miliardi, ovvero una perdita di crescita di 10,7-19,0 punti. Una proroga di una sola settimana nel Regno Unito comporterà costi aggiuntivi di 19-38 miliardi, e quindi un calo della crescita di 0,8-1,5 punti. Una proroga da uno a due mesi farebbe aumentare i costi fino a 152 miliardi, equivalenti a 6,0 punti di crescita.

Vedremo.

Nel frattempo Fitch prevede per l’Italia una recessione che accelera dal -1% di Pil del primo trimestre (rispetto ai tre mesi precedenti) al -6,8% del periodo aprile-giugno. Con una risalita nella seconda metà dell’anno, che farà chiudere l’intero 2020 con un Pil in calo del 4,7%. Inoltre, quest’anno le spese per i consumi caleranno del 3,3% mentre il tasso di disoccupazione salirà all’11%. Nel 2021 anche in questo caso si dovrebbe assistere a un recupero con le spese per i consumi in crescita del 2% e una disoccupazione in calo al 10,7%. In forte calo quest’anno gli investimenti fissi (-6,4%) con un recupero solo modesto pari all’1% il prossimo anno. A livello globale, il lockdown causato dalla pandemia farà segnare al Pil degli Stati Uniti un -3,3%, all’Eurozona un -4,2% e alla Gran Bretagna un -3,9%, con una profonda recessione globale che farà segnare un -1,9%.

Nel frattempo, dopo un periodo di riflessione di circa una settimana, la Presidente della Commissione UE si scusa con l’Italia e lo fa con una lettera inviata a la Repubblica in cui dice: “Oggi l’Europa si mobilita al fianco dell’Italia, ma va riconosciuto che nei primi giorni della crisi, di fronte al bisogno di una risposta comune, in troppi hanno pensato solo ai problemi di casa propria”, “l’Europa ha cambiato passo”.

Pare di essere a scuola. Non hanno capito che è una cosa seria. C’è voluta una settimana ma meglio tardi che mai. Adesso recuperiamo e diamoci da fare.

Petrolio.

Donald Trump su twitter “annuncia” una specie di accordo tra Arabia e Russia per tagliare la produzione di greggio fino a 10 milioni di barili al giorno. Festeggiamenti delle borse. Peccato che subito dopo all’ Interfax, un’agenzia russa, Peskov (portavoce del presidente russo) ha dichiarato che “non c’è stata nessuna conversazione” e “per il momento non è previsto alcun colloquio tra il presidente Vladimir Putin e il principe ereditario saudita bin Salman”.

Sempre Stati Uniti: si impennano anche per questa settimana le nuove richieste di sussidio alla disoccupazione. I “claims” sono risultati pari a 6.648.000 unità, con un aumento di oltre 3 milioni rispetto al dato della settimana precedente di 3.283.000, ben oltre i 4.882.00 posti attesi. Prepariamoci a un trend crescente nei prossimi giorni.

Notizie flash:

  • la Banca Mondiale fornirà 160 miliardi di dollari in 15 mesi per sostenere gli sforzi dei Paesi alle prese con il mostro;
  • la società francese di pneumatici, Michelin, sta per riaprire gradualmente la produzione in tre fabbriche in Francia, malgrado i dubbi e le critiche sollevate dai sindacati;
  • Francia: 4 milioni di lavoratori in cig, richieste da 400 mila imprese;
  • in Svizzera oltre 18 mila contagi;
  • Italia, agricoltura, Bellanova: disoccupati, cassintegrati e irregolari per fronteggiare calo stagionali;
  • FCA riprenderà tre linee di produzione in Italia a fine lockdown.

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Scritto da Vincenzo Lettieri

Giornata no sui mercati e sul petrolio non ancora c’è una soluzione

Nulla sta migliorando